L’essere umano è un essere complesso e pieno di difetti, e uno dei problemi più devastanti che ci affligge è l’incapacità di usare le parole con la dovuta attenzione. Quante volte siamo stati trafitti come da spade affilate da parole gettate al vento con troppa leggerezza? E quante volte, nascondendoci dietro il fragile scudo dell’ironia, abbiamo finito per scatenare tempeste di dolore in chi ci è vicino?
Le parole hanno il potere di costruire o distruggere, e quando abusiamo di esse, le conseguenze possono essere più devastanti di un uragano che rade al suolo intere città. Con grande disappunto ho notato come la parola “gay”, un termine che dovrebbe celebrare identità, amore e libertà, sia stata trasformata in un insulto banale, gettato con leggerezza, soprattutto tra i più giovani. Quello che dovrebbe essere un simbolo di orgoglio e identità è stato distorto fino a diventare una freccia scagliata contro chi è diverso, o percepito come tale. E questo non ferisce solo chi si identifica come parte della comunità LGBT, ma tutti noi. Ogni volta che quella parola viene usata impropriamente, pregiudizi e stereotipi non solo sopravvivono, ma si rafforzano e si presentano nelle loro forme più tossiche.
Dobbiamo riflettere seriamente: si può davvero dire di non essere omofobi se, con la stessa bocca, si usa “gay” come un’arma per deridere o sminuire? Quando la si usa ogni volta che qualcuno commette un errore, sceglie di isolarsi, ama i film romantici o semplicemente indossa abiti che sfidano le aspettative? Questo linguaggio, spesso mascherato da ironia, è tossico. Le parole hanno un peso, e con esse costruiamo o distruggiamo.
Ma c’è una verità più grande: l’amore va oltre ogni etichetta. Non può essere confinato in una singola parola, così come non possiamo limitare l’orientamento o l’identità sessuale di una persona a uno stereotipo. L’amore è una scelta libera, sacra, e merita un rispetto incondizionato. Non c’è nulla di più naturale o umano che amare, e nessuno dovrebbe sentirsi costretto a giustificare chi ama o come lo fa.
Viviamo in un mondo pieno di problemi estremamente gravi, così assurdi e ricorrenti che a volte sembra incredibile doverli ancora affrontare. Pensiamo alle guerre: conflitti in cui soldati combattono senza nemmeno sapere per cosa, lanciando bombe senza pietà su bambini troppo piccoli per capire cosa stia succedendo intorno a loro. E che dire delle donne? In Afghanistan una donna non può nemmeno ricevere cure mediche se non da un’altra donna, e poiché alle donne è vietato studiare, ne deriva che una donna, in certi casi, non può essere nemmeno curata. E nonostante tutte queste orribili situazioni c’è ancora chi trova il tempo per condannare l’amore tra due persone dello stesso sesso, persone che vogliono solo essere felici e vivere la loro vita. È così assurdo che mi chiedo se viviamo tutti sullo stesso pianeta.
Quando si parla di pregiudizi, si sente spesso la parola “accettazione”. Ma fermiamoci un attimo a riflettere: è davvero la parola giusta? Perché mai qualcuno dovrebbe “essere accettato”? Le persone omosessuali hanno forse fatto qualcosa di male per meritarsi l’”accettazione”? Questa parola suona quasi come “perdono”, come se ci fosse qualcosa da perdonare. E se non vengono accettati, sono forse sbagliati? L’amore non dovrebbe mai aver bisogno di un’approvazione esterna. Invece di parlare di accettazione dovremmo parlare di libertà. Libertà di amare chi vogliamo, senza paura, senza giudizi, senza etichette. Perché l’amore non ha bisogno di essere accettato; l’amore deve solo essere rispettato.
Vorrei condividere con voi un pensiero che mi è venuto ascoltando un discorso dell’attrice Anne Hathaway, alla quale è stato riconosciuto il suo sostegno pubblico alla comunità LGBT. In quell’occasione, l’attrice disse una frase che mi ha profondamente colpito: “Non dovrei ricevere un premio per aver dato voce a una semplice verità.” E aggiunse: “Love is a human experience, not a political statement.” Queste parole ci portano al punto principale del nostro discorso, cioè che non dovremmo parlare dell’amore come se fosse un argomento politico, ma bensì dovremmo rispettarlo in quanto emozione umana.
Viviamo in un mondo con oltre 7 miliardi di persone, e tutti aspirano alla felicità, e tutti ne hanno abbiamo diritto. Non richiede giudizi esterni. Eppure, quante volte abbiamo sentito frasi come “Essere gay è solo una fase” o peggio ancora, “Le coppie omosessuali non durano”? Questo mentre, allo stesso tempo, sappiamo che anche i matrimoni eterosessuali spesso falliscono in alte percentuali. La realtà è che la durata di una relazione non ha nulla a che vedere con l’orientamento sessuale, ma dipende dalle dinamiche uniche di ciascuna coppia.
L’amore senza etichette sta creando la strada verso un futuro più luminoso, più inclusivo e rispettoso. Un futuro in cui nessuno dovrà vivere nella paura della persecuzione semplicemente per come ha scelto di essere felice. È ora di superare i pregiudizi legati a questioni superficiali e di focalizzarci su problemi davvero urgenti e globali: le guerre che devastano interi paesi, i diritti delle donne che vengono negati ogni giorno e le discussioni cruciali sui diritti legati all’aborto. Questi sono i temi che meritano la nostra attenzione. L’amore non ha bisogno di essere accettato, approvato o giustificato. Deve solo essere vissuto, rispettato e celebrato.
Alice Codispoti 3E
Foto di Giulia Scaramuzza