Questo è stato il mio primo anno di scuola superiore. Le difficoltà che ho incontrato sono state numerose, ma sono sempre servite per imparare e per rialzarmi dopo le cadute. Le principali cause dei miei “scivoloni” sono state la poca fiducia in me stessa (ostacolo sul quale devo ancora lavorare), l’organizzazione tra scuola, sport e tempo libero, ed infine la pretesa che ho sempre avuto nei miei confronti di ottenere voti alti. Purtroppo alle medie sono stata “abituata” male, ma ora so che non è tutto oro quello che luccica, e che se voglio ottenere ciò che mi gratifica devo rimboccarmi le maniche e lavorare sodo, ma per fortuna amo sempre mettermi al gioco. Per quanto riguarda il metodo di studio, quest’anno ho cercato di concentrarmi tanto sull’esposizione ad alta voce, prendere sempre bene gli appunti e organizzare la mia giornata. Utilizzando questi tre metodi per tutte le discipline sono riuscita finalmente ad organizzarmi come avevo sempre voluto e soprattutto a ritagliarmi del tempo per me stessa in modo tale da non dedicare tutti i giorni l’intera giornata ai libri.
So perfettamente che questa non è una scuola semplice, ma il metodo che mi sono imposta mi piace e credo che dopo l’ostacolo del primo anno diventerà sempre più naturale usarlo. Per quanto riguarda l’esposizione ad alta voce mi sono concentrata anche sulle parole che utilizzo quando parlo e, ogni volta che ne ho la possibilità (e il tempo), cerco di allenarmi perché credo che sia molto importante per la mia crescita.
L’aspetto del metodo in cui ho visto maggiori progressi è stato il saper astrarre: grazie a questo sistema, che fondamentalmente è solo mentale, ho saputo fare dei collegamenti che nella mia vita quotidiana non mi sarei mai aspettata di fare. Ovvio, ci devo ancora lavorare, ma mi piace molto questo aspetto che piano piano sta diventando parte di me.
Un altro punto sul quale devo applicarmi di più è imparare a gestire l’ansia, ma non voglio lavorarci solo per i risultati che potrei ottenere a scuola, voglio farlo anche per me stessa, perché sto veramente male quando la paura della prestazione si manifesta, e soprattutto non vorrei che agli occhi degli altri possa sembrare una scusa perché, purtroppo, non lo è. Voglio che questo aspetto di me cambi e sono determinata affinché questo succeda.
Vorrei vivere meglio la scuola perché mi piace andarci, tranne quando ho questa ansia che mi porta a dare il “peggio” di me, e non voglio che rovini gli anni più belli della mia vita. Ho capito inoltre che la mia mente, quando è priva di distrazioni, esclude tutto ciò che ha attorno per concentrarsi solo su ciò che sta facendo. Questo mi accade spesso quando il giorno dopo ho una verifica e devo ripassare, la mia mente pensa solo a quello. Spesso, se ho dei compiti per lunedì, la domenica mi ritrovo a svegliarmi presto perché ho bisogno di sapere che li ho fatti e che non devo più preoccuparmene. Mentre studio normalmente, invece, mi aiuta pensare al mio futuro: questo processo, che si innesca quasi tutti i giorni, mi porta a dare il meglio di me. Non so se sia una motivazione intrinseca o estrinseca, ma fino ad ora è questo quello a cui penso.
Se mi venisse chiesto che cosa significa per me studiare probabilmente risponderei che questa parola indica apprendere tutto ciò che si deve sapere da un libro o dalle lezioni, ma pensandoci, se volessi descriverla al meglio, direi che studiare è uno spingersi sempre un po’ più in là nell’approfondimento di determinati argomenti, nella conoscenza di se stessi e nella crescita di ciascuno di noi.
Non so quanto mi ricorderò di ciò che ho imparato a scuola dopo la maturità, ma di certo saprò come ci si deve comportare quando si ha davanti un ostacolo e cosa si deve fare se si è in difficoltà.
Credo che un giorno ripenserò alla scuola come al luogo che mi ha fatto crescere e che mi ha preparato alla vita. Mancano pochi giorni alla fine della scuola e non mi sarei mai aspettata di riuscire a fare un bilancio generale su un intero anno scolastico. Mi auguro di poter fare questa valutazione anche alla fine dell’anno prossimo e dei successivi, perché sarebbe davvero bello ed emozionante rileggere tutti questi “diari” una volta terminata la quinta superiore.
Anche se inizialmente, nella scelta della scuola, avevo riscontrato numerose difficoltà, sono grata alle persone che ho incontrato perché, in un modo o nell’altro, mi hanno fatta crescere e mi hanno fatto capire che mi trovo nel posto giusto.
Infine ringrazio i miei compagni di classe ed i miei genitori, perché per me ci sono sempre stati.
di Andrea Vittoria Penello, classe 1^G ( ora 2G)