Perfezione

Perfezione: lo stato o la condizione di essere esenti da difetti o imperfezioni, caratterizzato da un livello ideale di qualità, completezza o eccellenza in un determinato contesto. Tuttavia, è importante notare che la perfezione è spesso un concetto soggettivo e relativo, influenzato dalle prospettive individuali e dalle norme culturali. 

Il perfezionismo è un problema in aumento soprattutto in fase adolescenziale, aumentato dalla pressione causata dai familiari, dalle loro aspettative, dall’ambiente scolastico e ultimamente anche dai media. Infatti basta aprire un social dove troviamo tutorial su come fare qualsiasi cosa in modo “perfetto”: Vuoi un outfit perfetto? Vuoi fare il regalo perfetto? Vuoi avere dei capelli perfetti?… 

Nel vasto mare della rete, tutti sembrano possedere talenti straordinari, abilità invidiabili e una vita perfetta. Tuttavia, dietro questa facciata brillante si nasconde spesso una realtà distorta: molte persone sono abili nel mascherare la verità, nel filtrare la realtà e nel presentare solo il lato migliore di sé stesse. Ma è importante ricordare che la perfezione è un concetto sfuggente e soggettivo. Ognuno di noi la percepisce in modo diverso, influenzato dalle nostre esperienze, valori e punti di vista. Quindi, come possiamo aspirare ad essere perfetti agli occhi di tutti? La verità è che non possiamo. È impossibile soddisfare le aspettative di tutti, perché ognuno ha una visione unica di ciò che è perfetto. 

Questa consapevolezza però non ferma i ragazzi dal cercare di apparire come i loro idoli presenti dall’altra parte dello schermo e questo tentativo, spesso, li porta ad affrontare la ricerca illusoria della perfezione, un’odissea che ha un costo invisibile ma pesantissimo sulla loro salute mentale.

Fin dall’età di 12-13 anni, i giovani si trovano immersi in un mondo che promuove un’ideale estetico inarrivabile. Una spirale ossessiva li spinge a utilizzare prodotti e pratiche dannose, nel tentativo disperato di aderire a standard irrealistici. In questa corsa affannata verso l’irraggiungibile, emerge dunque una realtà inquietante: la salute mentale dei giovani è a rischio.

Un ricerca proposta dal Gruppo Lego ha analizzato cosa causa la pressione della perfezione sui bambini che va a incidere sulla loro fiducia creativa e l’uso di un linguaggio quotidiano caratterizzato da pregiudizi, in particolare per le bambine. Le interviste sono state condotte in 36 Paesi con oltre 61.500 genitori e bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni.

qui per vedere il video della Lego

https://www.youtube.com/watch?v=rV4fUqhdytw

Oltre 3 bambine su 5 riferiscono di sentirsi sotto pressione a causa dei messaggi che esaltano la perfezione trasmessi dalla società. Nonostante questo sia preoccupante per entrambi i sessi, sia i genitori che i figli riconoscono che le ragazze si preoccupano di più di commettere errori e devono affrontare maggiori pressioni affinché siano perfette. Infatti in un articolo del Corriere della Sera “IODONNA” viene confermato che si nota una sostanziale differenza nell’utilizzo di alcuni aggettivi per valutare i risultati creativi di maschi e femmine. Ad esempio i termini come “dolce”, “carino”, “adorabile” e “bello” hanno circa 7 volte più probabilità di essere attribuiti esclusivamente alle bambine. Mentre termini come “coraggioso”, “mitico”, “genio” e “innovativo” hanno il doppio delle probabilità di essere attribuiti esclusivamente ai bambini. I dati rivelano inoltre che oltre la metà dei bambini ritiene che gli adulti ascoltino maggiormente le idee creative dei bambini rispetto a quelle delle bambine e il 68% dei genitori concorda sul fatto che la società prenda più sul serio i creativi maschi rispetto alle femmine.

Jennifer Wallace, parenting researcher formatasi ad Harvard e autrice di bestseller, infatti afferma:« La paura di fallire può ostacolare la volontà dei bambini di esplorare e pensare fuori dagli schemi. Ciò influisce su quella abilità fondamentale che è la fiducia creativa, cioè la sicurezza nella propria capacità di sviluppare idee, assumersi rischi e contribuire con soluzioni uniche senza paura di fallire. La fiducia creativa è la base del benessere poiché aumenta l’autostima, riduce lo stress e aumenta la felicità ed è anche una competenza di prim’ordine per i futuri luoghi di lavoro secondo il World Economic Forum. Con oltre tre quarti (79%) delle bambine che aspirano a lavorare nelle industrie creative, ciò sottolinea l’urgente necessità di cambiamento».

I bambini avrebbero quindi meno paura a provare cose nuove se gli errori venissero visti come opportunità di apprendimento e gli adulti dovrebbero concentrarsi più sul processo creativo anziché sul risultato finale .

Un’indagine poi svolta da studenti del liceo A. Bertolucci di Parma ha evidenziato una verità sconcertante: per molti giovani, la perfezione è un’entità astratta, ma quando richiesto di associarla a qualcosa, emergono nomi di persone con fisici scolpiti. Questo svela la profonda influenza che gli ideali estetici hanno sulla percezione della perfezione tra i giovani. Il desiderio ardentemente radicato di essere accettati e adattarsi agli standard sociali porta i giovani a sacrificare la propria salute mentale sull’altare dell’apparenza.

La ricerca ha individuato tre forme di perfezionismo: quello personale, quello sociale (percepito dagli altri) e quello orientato verso gli altri (la percezione di perfezione rispetto agli individui vicini). Quando ci si impegna al massimo, ci si aspetta lo stesso livello di perfezione dagli altri, ma questo atteggiamento può danneggiare i rapporti personali e di amicizia.  Ai giovani viene concessa scarsa tolleranza agli errori, mentre l’età giovanile è crucialmente formativa anche attraverso le esperienze sbagliate. Come affermava Aristotele, “Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono.” Questa citazione sottolinea l’assurdità di perseguire un’idea di perfezione irraggiungibile e il valore intrinseco degli errori come opportunità di crescita e apprendimento.

Vediamo quindi come il fenomeno del perfezionismo, alimentato dalle pressioni sociali e dalla ricerca incessante di conformarsi agli ideali irrealistici, rappresenta una sfida significativa per le giovani generazioni. È importante riflettere sul fatto che nessuno è perfetto e che la vera bellezza risiede nell’accettare la propria umanità, con tutte le sue imperfezioni. Solo abbracciando i nostri errori e imparando da essi possiamo sperare di vivere una vita autentica e soddisfacente. La società dovrebbe promuovere una cultura di accettazione e tolleranza, valorizzando la diversità e incoraggiando la crescita personale attraverso l’esperienza e la resilienza. Solo così possiamo liberarci dalla morsa tossica del perfezionismo e abbracciare un modo più sano e gratificante di vivere.

Covaci Giorgiana e Scaramuzza Giulia 2E

in foto opera in lego di Nathan Sawaya

 

Può interessarti...