Carissimi, Mariarosa quest’anno si è presa una pausa, perché impegnata su molti altri fronti, ma non poteva non fare gli auguri di Natale ai suoi lettori. Che sia, dunque, per tutti un Natale di pace e un anno di rinascita, nella speranza che il tempo trascorso ci abbia reso più consapevoli e più saggi.
Della saggezza, intesa come prassi quotidiana di vita, ci hanno spesso parlato gli autori classici. Per questo, quando qualche settimana fa ho frequentato insieme alle amiche Marianna e Susanna un corso della Teacher Academy su Mindfulness, Well-being and Resilience a Dublino, ad ogni sessione mi si accendevano tante lampadine.
You can’t stop the waves but you can learn to surf, recita il precetto base su cui si costruisce la Mindfulness. Just control the controllable: incredibilmente saggio, come la dottrina stoica, appunto. Oppure, Be in the moment, solo così riuscirai a fare bene ciò che stai facendo, e valuta cosa è importante per te ora prima di agire, la cosiddetta W.I.N. philosophy; immediato il rimando a Seneca e alla sua riflessione sul tempo: se sei padrone di te stesso valorizzi ogni momento senza sprecarlo. Senza avere, inoltre, troppe aspettative sul futuro, e questo potrebbe sottoscriverlo pure Orazio. Infine, l’invito a dedicare tempo a te stesso, non tanto per godere di un otium pieno di incontri-attività-socials, ma proprio per non fare niente, per lasciare sgombra la mente e annoiarti. Vaco, Lucili, vaco, et ubicumque sum, ibi sum meus. Rebus enim me non trado sed commodo… Se i miei studenti riuscissero a tenere per sé anche solo questo passo della letteratura latina, più qualcosa di Catullo, direi che la missione è riuscita.
Questo pensavo a Dublino, mentre la perfetta consonanza tra i contenuti del corso e la tradizione dei classici quasi quasi mi commuoveva. Quando poi siamo giunti alla definizione del cosiddetto me-time, abbiamo approvato incondizionatamente. Il me-time è il tempo in cui non si fa nulla e ci si prende semplicemente una pausa. Non si può essere resilienti in un mondo così complesso se non si rallenta ogni tanto e se ci si fa prendere dalla paura di perdere qualcosa di essenziale, altra malattia moderna e altro acronimo: FOMO, Fear of Missing Out.
Questa lezione l’hanno di sicuro capita, forse a loro spese, tutti coloro, e pare siano molti soprattutto negli USA, che dopo la pandemia hanno iniziato a praticare il Quiet Quitting, cioè il lavoro che evita straordinari o responsabilità aggiuntive, ma per tutti noi può semplicemente bastare la saggezza antica. Soli omnium otiosi sunt qui sapientiae vacant, soli vivunt… Nella quiete Seneca ritrova il senso di una vita pienamente vissuta: il periodo del Natale sia per noi soprattutto questo, un periodo di quiete.
Per assaporarla vi lascio un dolce facilissimo, adatto, per via dei suoi ingredienti, al nostro Well-being fisico e per di più con una lunga tradizione alle spalle, Le far Breton, ricetta tipica della Bretagna.
A presto
Mariarosa
Le far Breton
Ingredienti
250 g farina
1l latte intero
150 g zucchero
4 uova intere
150 g di prugne denocciolate lasciate a macerare nel rum
1 pizzico di sale
zucchero a velo
burro q.b.
Preparazione
Mescolare farina, zucchero e uova; aggiungere il latte poco alla volta e quindi le prugne. Imburrare una teglia ovale e cuocere a forno caldo per almeno 45 minuti a 250°. Fare raffreddare e cospargere con zucchero a velo. Da gustare sia freddo che tiepido.