I dati pubblicati recentemente dalla Fondazione Nobel sono chiari: nemmeno un premio di tale rilevanza è estraneo agli stereotipi di genere. Ogni quindici uomini, infatti, una donna vince un Nobel.
Da quando è stato istituito nel 1901, a vincere il premio sono stati per lo più uomini americani. Ad oggi infatti solamente 56 donne hanno ricevuto il Nobel contro ben 868 uomini (i premi assegnati a donne sono circa il 6% di quelli assegnati in totale).
E non è finita qui: se si osservano i dati più attentamente, le donne vengono riconosciute soprattutto in campi umanistici, come la letteratura o la pace, piuttosto che in ambiti scientifici, come la fisica, la chimica o la medicina. In economia, per esempio, ad oggi solamente due donne hanno ricevuto il Nobel, e più in generale solo 25 premi sono stati assegnati a donne in ambito tecnico- scientifico.
Nel 2020 tre premi in questo ambito , due per la chimica e uno per la fisica, sono stati vinti da donne: Andrea Ghez ( per le sue scoperte sulla via lattea) , Emmanuelle Charpentier e Jennifer Dounda ( per le tecniche rivoluzionarie per tagliare e sostituire pezzi di DNA).
Questa premiazione ha suscitato grande stupore come se fosse “strano” che una donna possa raggiungere grandi risultati , una specie di attrazione da circo a cui battere le mani quando fa qualcosa che non segue gli schemi previsti dalla nostra società sessista e maschilista.
Oppure al contrario, nessuno ne parla. Nel 2009, ad esempio, Elizabeth Helen Blackburn e Carol W. Greider, assieme a Jack W. Szostak, hanno ricevuto il Premio Nobel per la medicina in merito ai loro studi svolti riguardo a come i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall’enzima telomerasi. Voi ne avete mai sentito parlare? Immagino di no. Cercando su Google “Premio Nobel medicina 2009” il primo nominato è ovviamente Jack W. Szostak, come se il suo contributo, in quanto uomo, sia stato di maggiore importanza rispetto a quello delle due donne.
Si parla tanto di pari opportunità in ogni campo per le donne e ci aspetteremmo che un premio così prestigioso potesse in qualche modo ” dare l’esempio”, valorizzando l’apporto che milioni di donne danno ogni giorno in tutto il mondo in mille svariati contesti.
Negli ultimi tempi sembrava che la situazione stesse cambiando e che ogni anno almeno una donna potesse essere premiata: e invece dal 2015 al 2018 nessuna donna, in qualsiasi categoria, ha ricevuto il premio, mentre l’anno scorso solo una donna ha vinto il Nobel (Maria Ressa, per la pace), ancora un ambito non scientifico. Nella maggior parte dei casi, quindi, il prestigioso premio resta ancora un miraggio per moltissime donne, soprattutto in ambito scientifico.
Greta Cattani 4E