Saper dimenticare

La persistencia de la memoria, Salvador Dalí, 1931 Museum of Modern Art di New York.

Secondo una leggenda ebraica, il piccolo incavo che abbiamo sotto al naso è un sigillo che l’angelo della dimenticanza ci ha lasciato una volta nati, per nascondere i ricordi che sono posti già dentro di noi; per questo, quando pensiamo o ricerchiamo un’intuizione, ci portiamo il dito a quella scanalatura. L’atto del sigillo sta a significare quanto sia importante per vivere non solo ricordare, ma anche dimenticare.

La memoria è ciò che ci identifica, come singoli e come comunità, ma in ogni caso tutto ciò che siamo è dovuto ad una serie di ricordi che noi stessi selezioniamo. Abbiamo bisogno di ricordare per vivere, per leggere, per scrivere, per compiere tutte le nostre azioni, dalle più semplici alle più complesse. Attingiamo a ciò che sappiamo tramite la memoria che abbiamo di esso, la nostra stessa storia è memoria in cui  ci identifichiamo: non potremmo definirci “europei” o “italiani”, ad esempio, senza identificarci in una memoria comune, in una libreria immaginaria in cui sono raccolti tutti i volumi narranti la nostra esistenza.
Ma l’uomo non può ricordare tutto, e si ritrova a selezionare inconsciamente ciò che “gli fa comodo”; e per fortuna, perché, se ricordassimo tutto, lo stesso concetto di “memoria” non esisterebbe più.

Un pò come “Funes el memorioso” , nel racconto di Borges.

<<Aveva imparato senza sforzo l’inglese, il francese, il portoghese, il latino. Sospetto, nonostante tutto, che non fosse così capace di pensare. Pensare è dimenticare differenze, generalizzare, astrarre. Nell’intasato mondo di Funes c’erano solo dettagli, quasi immediati.>>

Funes ha la capacità di ricordare tutto, ogni minimo dettaglio del suo vissuto. Per Platone, conoscere voleva dire astrarre, ricavare dal particolare l’utile generale, per Funes il sovraccarico di ricordi, di dettagli, compressi nella sua mente, andranno ad annullare la sua stessa capacità di conoscere, di poter astrarre. Alla fine del racconto Funes morirà di polmonite, simbolicamente schiacciato dal peso dei suoi stessi ricordi.

Cosa significa quindi? Bisogna avere la capacità di ricordare per sapere chi siamo, per poter ritrovare in noi un’identità personale e comune; ma la capacità di ricordare deve essere inevitabilmente associata alla facoltà di dimenticare, per poter ancora crescere, per poterci meravigliare nello scoprire e progettare qualcosa di nuovo, per non dover essere inondati dai nostri stessi ricordi.

Marianna Reverberi, 5B

 

Funes il memorioso

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