Il diritto allo studio, lo sappiamo bene, è un diritto indispensabile per la formazione di una persona e per la sua realizzazione.
Spesso però ci sono situazioni dove questo diritto viene a mancare: un esempio lampante è quello dei ghetti neri americani dagli anni 60 – 90, dove i giovani, a causa delle critiche situazioni sociali in cui erano coinvolti, si perdevano in crimini e in gang, in perenne scontro con la polizia bianca (e spesso violenta).
A svoltare la situazione fu l’avvento dell’epoca della rap, la quale si offriva come mezzo di comunicazione per denunciare i soprusi subiti dallo stato e per mostrare la situazione del ghetto ai cittadini ignari.
L’artista che più si battè, non solo per il suo ghetto bensì per tutti i ghetti in America, fu Tupac Shakur, in arte 2pac, considerato da molti al pari di leader dei movimenti per i diritti degli afroamericani, come Martin Luther King.
Nonostante venga ricordato principalmente per le sue canzoni, egli ha rappresentato per molti ragazzi una speranza: è infatti stata sua l’idea di fondare il Tupac Amaru Shakur Center of Arts in Georgia, un centro in cui i giovani potevano ritrovarsi per studiare letteratura, arte, musica e teatro, invece di alimentare la criminalità. Purtroppo Tupac non vide mai il suo piano realizzato perché nel 1996, all’età di 25 anni, venne assassinato in una sparatoria a Las Vegas. Tuttavia a portare avanti la sua eredità fu la madre Afeni Shakur, la quale stanziò la maggior parte dei ricavati delle canzoni del figlio per la realizzazione del centro, che nel 1997 venne inaugurato.
Fu un vero successo, tanto che numerosi altri artisti parteciparono all’iniziativa offrendo i loro contributi e così permettendo l’apertura di nuovi spazi nel complesso, come un teatro e una biblioteca.
Questa possibilità venne sfruttata dai giovani, dimostrando che era l’istruzione la chiave di cui avevano bisogno per aspirare a un futuro più luminoso.
La storia del Tupac Amaru Shakur Center of Arts però non ebbe un lieto fine, poiché venne chiuso nel 2015 dopo la dipartita della signora Shakur; e noi speriamo che prima o poi si possa riaprirlo di nuovo.
Filippo Carmeni 3F