Il 20 Marzo di ogni anno si celebra, su scala globale, la Giornata della Felicità. Ma come è possibile unire tutto il mondo in una celebrazione senza sapere di cosa stiamo parlando?
Per Kant e per i patrioti americani del 1776 si trattava della possibilità, o meglio, della capacità di condurre la propria vita autonomamente, senza vincoli ma con degli ideali, tra cui uguaglianza e libertà; eppure oggi, quasi tre secoli più avanti, si può mantenere lo stesso concetto?
Io potrei stare qui ore e ore a gettare tra le righe situazioni da festeggiare – come cogliere le vibrazioni della musica dritte verso il cuore, ridere fino a sentir cedere gli zigomi, immergersi completamente in un’attività, liberando la mente da qualsiasi preoccupazione superflua – però non credo che basterebbe. Questa idea della ricerca della felicità coinvolge proprio tutti, tra cui anche un giovane di Messina, Giuseppe Bertuccio D’Angelo. 29 anni, una Laurea in Economia in tasca, questo ragazzo usa definirsi, citando Einstein, un uomo ricco di curiosità, la stessa che lo spingerà ad abbandonare il ruolo in azienda per realizzare il sogno custodito sin da bambino: diventare un reporter. Il filo conduttore delle sue interviste è proprio la felicità, di cui persegue una formula, in quanto considerata il vero tesoro della vita e che darà il nome al suo lavoro: Progetto Happiness.
Il sogno di realizzare il giro del mondo gli consente di dialogare con persone appartenenti a culture differenti e accomunate esclusivamente da questa contentezza, comunque scissa tra mille sfaccettature. A partire dalla Svizzera, nel settembre 2019, si sposta verso Oriente, attraversando Palestina, India, Cina, per poi atterrare in Occidente, prima negli USA e poi in Spagna, dove resterà bloccato a causa del primo lockdown; potrà proseguire solo nel settembre 2020, visitando tutte le regioni d’Italia. Ogni colloquio avviene mediante 10 semplici domande, basate sul Pivot Questionnaire, che ha avuto la possibilità di conoscere grazie al programma americano “Inside The Actor Studios”, in cui le celebrità vengono messe a proprio agio grazie a questo costante schema iniziale. Così, tra un “Che profumo ha per te la felicità?” e un “Cosa vuol dire “morire” per te?” Giuseppe ha conosciuto tante personalità, che spesso si sono distinte nel loro contesto per una grande resilienza, come Zion Clark, oppure che sono legate a una tematica odierna.
Probabilmente il confronto con una pandemia ha reso il nostro inviato consapevole dell’incidenza degli eventi di attualità nella rimodulazione del concetto stesso di felicità: è per questo che ha deciso di intraprendere, nel corso del 2021, ben due missioni umanitarie. La prima ha avuto luogo tra aprile e maggio, a bordo della Ocean Viking di SOS MEDITERRANEE, mentre la seconda, a luglio, in Iraq, con Emergenza Sorrisi – Doctors for Smiling Children: entrambe con l’obiettivo di immortalare la speranza, le ansie e le emozioni dei volontari, dei professionisti e delle famiglie di migranti e pazienti. Un’ altra importante attività ha poi riguardato la sostenibilità ambientale che lo ha reso fautore del Progetto Happiness Forest.
Come afferma nel suo blog, il Progetto Happiness non è riuscito nell’intento di trovare una formula generale, ma ha comunque consentito di avvicinare diverse mentalità, pur sempre accomunate da questo stato d’animo diffuso. Appare molto tenera, per esempio, la conclusione del viaggio in Corea del Nord che, nonostante la segretezza e l’inquietudine dettate da un regime dittatoriale, ha fatto emergere un ideale comune all’interno del popolo: l’appagamento generato dal contatto col prossimo.
Il diritto alla felicità dunque non sembra altro che la libertà di raggiungere, forse affannosamente, un equilibrio tra il benessere del singolo e della comunità, una connessione tra il nostro dolore e il calore dell’empatia. In questa folle corsa, che altro non è che una quête ariostesca, dobbiamo imparare a fare attenzione ai piccoli passi come su un ponte tibetano, ricordando che sono proprio le piccole cose a fare la differenza. Se nella nostra sempre più viziata e individualista società nord-occidentale la frenesia è ormai una costante, che lascia scomparire tra le mille fughe quella al desiderio, non si può dire lo stesso del mondo ancora poco sviluppato, in cui conta più una dimensione prettamente primaria rispetto alla secondaria. Abbiamo bisogno di uguaglianza e libertà: libertà di ballare fino a tardi, così come di bere un bicchiere di acqua pulita o ricevere un’istruzione adeguata. “La felicità si costruisce stando insieme” riconoscono gli scienziati ora che siamo usciti dall’isolamento e Kant probabilmente avrebbe ragione ancora oggi: dobbiamo essere una comunità unita, autonoma ed equa per poter essere felici.
Progetto Happiness – sito ufficiale (con tanto di questionario!): https://progettohappiness.com/
Progetto Happiness – Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCCDtBHQGboy9eTvNd_KqfTA
Letizia Bruno 4^D