ESIBIZIONE NON AUTORIZZATA – Banksy a Parma

“Nessuno lo ha mai visto, nessuno conosce il suo volto eppure è considerato tra i più grandi artisti del nuovo millennio”

Corriere della Sera

Lo street artist di Bristol più ricercato al mondo arriva a Parma, a Palazzo Tarasconi, con la mostra “Building castles in the sky”, rigorosamente non autorizzata. Nata nelle strade del Bronx di New York negli anni Settanta, contemporaneamente all’hip-hop, alla break dance e allo skateboard, la street art inizialmente si esprimeva attraverso i tag tra bande rivali della città. Successivamente queste scritte di nomi semplici e numeri divennero gigantesche e colorate per cui i primi artisti vennero definiti writer,  poi graffitisti.

Tra questi, Banksy è uno dei più conosciuti, attivi e sensibili a livello mondiale e la sua arte ispira: tutti tornano studenti, ragazzini, in lotta contro il “sistema” che non è stato battuto, non è cambiato. È solo mutato, come le varianti del virus, come una malattia incurabile, con cui bisogna solo convivere. Banksy, però, ha le idee chiare a riguardo e, un colpo dopo l’altro, sferra la sua arte per cercare di contrastare un sistema che sembra non vedere e non ascoltare. Opere ormai entrate nella storia dell’arte contemporanea sviluppano critiche e denunce impossibili da trascurare, mettendo in luce spiragli di vita vissuta e aprendo gli occhi sulla vita ancora da vivere. Attraverso la sua storia artistica, Banksy ci racconta l’infanzia, l’educazione, la guerra, il potere, il capitalismo,…

Tutto ha inizio dai topi, in particolare Gangsta Rat, Get Out While You Can e Love Rat. Di questi, Banksy scrive: “Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà”. E qui la metafora è evidente: i topi sono gli street artists.

 

Con Festival (Destroy Capitalism) e Sale Ends Today, da uno stand di merchandising che promuove la distruzione del capitalismo si passa alla rappresentazione della passione del Salvatore, il cui posto è occupato da un banale cartello rosso che ha lo scopo di informare i “fedeli” disperati della fine dei saldi. Qui Banksy decide di utilizzare il sarcasmo come arma.

 

Una serie di opere, Heavy Weaponry, Bunny In Armoured Car, Golf Sale, Flying Copper, e molte altre del repertorio, rappresentano invece delle vere e proprie armi e macchine da guerra: un elefante che sorregge un missile, un furgone blindato con un coniglietto all’interno e la rivisitazione della celebre fotografia Tank Man che segnala ai carri armati una svendita di materiale da golf.

 

La visione degradata e pessimista che ci fornisce l’artista, però, viene spesso fraintesa: Banksy infatti rappresenta ciò che non deve più essere  e crede che sia possibile cambiare in positivo. 

Accanto alla firma del suo capolavoro più grande e di successo, Girl With Balloon, infatti scrive “C’è sempre una speranza”.

Celeste Barbieri 4f

 

 

 

 

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