Libri a domicilio: sfamiamo lo spirito!

“Lei mi ha fatto un piacere indicibile!”: così mi saluta la signora Teresa dopo aver ricevuto il suo sacchetto di libri. È abbastanza pesante, devo ammetterlo, ma lei lo solleva con lo stesso orgoglio e la stessa agilità di un trofeo, destreggiandosi nel mantenere l’equilibrio con la mano sinistra e nel cercare la chiave di casa con la destra.

Il nostro è un incontro che solitamente non dura più di due minuti: un semplice scambio, un “buongiorno” e un “grazie” a vicenda e poi via, di nuovo sulle proprie strade verso i rispettivi impegni. La fretta è tanta, sì, in parte per riconoscenza, temendo di essere d’impiccio per quella persona che ha attraversato tutta la città pur di portare a termine un atto di volontariato, ma soprattutto per la paura del virus che ancora c’è; eppure mi piace pensare che questa sveltezza non sia altro che il desiderio di correre immediatamente sulla poltrona per gustarsi la prima delle nuove letture appena ricevute.

Quello di cui sto parlando s’intreccia con un nuovo servizio offerto dalle Biblioteche del Comune di Parma e gestito dai volontari di “Parma 2020+21”. L’attività è a supporto di coloro che sono impossibilitati a uscire di casa e che risiedono nel Comune di Parma: non bisogna far altro che telefonare alla biblioteca di riferimento o andare sul sito web per sfogliare il catalogo dei testi a disposizione, per poi concordare con i “riders” il giorno e l’orario di consegna. Il tutto viene ricevuto in una busta gialla con i dati del ricevente e così dev’essere restituito in seguito ai bibliotecari, i quali dunque provvederanno a far rispettare al malloppo una “quarantena” di qualche giorno, prima di essere accolto nuovamente tra gli scaffali o tra le braccia di qualche altro lettore.

Sebbene il progetto sia attivo ormai da maggio dell’anno scorso, continua ad essere prorogato proprio per far fronte alle continue richieste, ma anche per sanare quella solitudine che, bloccata probabilmente da uno spiraglio di ragionevole ipocondria, si è insediata gradualmente nell’animo di molte persone, soprattutto di età avanzata. Questa comunque è solo un’ipotesi, tra le più papabili, che tendo ad accostare a questa offerta di cui ormai faccio parte. I dubbi e le curiosità difatti stuzzicano sempre i miei pensieri mentre in bici o in monopattino, col vento tra i capelli, mi dirigo verso quartieri per me quasi sconosciuti o inesplorati della città alla ricerca di un cartello o di un numero civico impresso a grandi caratteri sul cancello di un condominio. Ciò che più frequentemente mi chiedo è la motivazione che avrà spinto il mio destinatario del giorno a dare appuntamento a un paio di volumi nella propria abitazione: c’è da dire che questo rifugio effettivamente non è altro che fisico, poiché dietro si celano la speranza e la ricerca di un contatto, che vengono concentrate nei propri polpastrelli in attesa di maneggiare pagine piene zeppe di storie e di parole.

Letizia Bruno 4D

 

foto della biblioteca di Anzola dell’Emilia

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