CHIEDI A UN MANDORLO
Chiedi a un mandorlo a marzo
al rosa titubante del pescheto.
Chiedi a una nuvola dell’alba.
Chiedi a un torrente che irrompe nel greto,
Chiedilo a tutti i fichi degli orti
quando i rami contorti e spogli
cominciano a formicolare
di germogli
chiedi a loro.
Saprai cos’é l’impazienza
che ti attanaglia e ti sgomina
quando tu desideri,corpo.
Saprai la tua innocenza e la tua forza.
Saprai dell’amore più verità
che leggendo tutti i libri scritti
dall’inizio dei tempi.
Non fidarti dei filosofi
né di Platone né di Eraclito
Non interrogare i profeti
i sapienti,i sacerdoti
su cosa è la tua brama,
non saprebbero dirtelo.
Chiedi a un mandorlo.
Guarda un mandorlo.
Giuseppe Conte
Inquietudine, smania, agitazione. Quante volte da piccolini volevamo diventare grandi il più velocemente possibile per realizzare i nostri sogni? Quell’alone di mistero che avvolgeva un mondo sconosciuto ci affascinava. Troppo piccoli per essere grandi, troppo immaturi per crescere. Eravamo impazienti, furiosi, disperati di crescere. Quest’ardente passione per lo sconosciuto era la linfa vitale delle nostre aspirazioni. Il voler abbandonare la realtà per un futuro ideale era una cosa che da piccolini, purtroppo e per fortuna, facevamo troppo spesso. Permetteva di sognare, ma crescendo ci ha frantumato in mille pezzi. Nessuna colla avrebbe più potuto farci tornare assieme.
In ogni cosa risiede l’impazienza, nei fiocchi di neve per esempio. Sono smaniosi di cadere e terminare il loro spettacolo in modo da far calare il sipario e ricevere il grande applauso finale.
Anche io sono impaziente, per esempio quando aspetto l’autobus perennemente in ritardo. Anche l’albero è impaziente poiché vuole sormontare i cieli, diventare tanto alto da dare l’impressione di toccarli.
E mentre siamo offuscati dalla fretta, perdiamo quello che è veramente importante: il presente. Quando ci si accorge che quegli attimi della nostra vita che tanto denigravamo non torneranno più, sarà troppo tardi. Il tempo scorre veloce e il desiderio giovanile di cambiare, questa impazienza, lo alimenta. In un schiocco di dita potremmo già essere adulti e finire con il rimpianto di un passato poco vissuto. C’è un modo per uscire da questo limbo: vivere il presente, in modo da non rimpiangere il passato e non aspirare a un futuro poco certo.