Per tanti ragazzi lo sport è una componente importante della vita; oltre alla scuola è uno dei primi banchi di prova che la vita ci pone davanti e oltre a fare bene al corpo e alla mente ci aiuta a capire come nella vita si abbia bisogno gli uni degli altri e ci forma il carattere con quella grinta e quella determinazione a non mollare mai. Nulla è perduto fino al fischio finale dell’arbitro.
Tanti sono gli sport, alcuni più noti e popolari come il calcio, la pallavolo e il basket, altri meno noti come il baseball e la sua controparte femminile, il softball. Ed è esattamente di questo sport che parliamo oggi.
Il baseball è un appassionante gioco di squadra che per i neofiti può sembrare complicato (ha più di 5000 regole) ma che racchiude in sé tanti valori. È uno sport capace di unificare intere nazioni (vedi gli USA) ed è una di quelle cose che se accende in te una scintilla di passione, beh, allora sei fregato perchè qualsiasi cosa tu possa fare per dimenticarlo, quella scintilla in fondo in fondo rimarrà sempre accesa.
Nonostante sia uno sport poco praticato ai giorni nostri in Italia e a Parma, non bisogna dimenticare che noi parmigiani e, più in generale noi italiani, abbiamo una grandissima cultura del baseball. I nostri genitori forse si ricorderanno del Parma Baseball di Castelli, dove per trovare un posto allo stadio bisognava sedersi in tribuna almeno due ore prima dell’inizio della gara. Noi italiani siamo tutt’ora il secondo paese europeo come miglior nazionale di baseball, dopo l’Olanda.
Tra i tanti giocatori di baseball di fama mondiale, alcune classi del Bertolucci hanno potuto conoscere Lou Gehrig, la cui storia è raccontata da Mario Mascitelli nello spettacolo teatrale “L’ultima partita”. Lou Gehrig nacque a New York il 19 giugno del 1903 da una famiglia di emigrati tedeschi (l’allora impero Austro-Ungarico). Nonostante i suoi genitori volessero che diventasse ingegnere come lo zio Otto, il ragazzo comincia ad avvicinarsi al baseball guardando le figurine dei giocatori dentro i pacchetti di sigarette e sognando di diventare uno di loro un giorno. Una volta arrivato al college, viene annoverato tra le file della squadra della scuola, in cui comincerà a farsi conoscere. Il 1° giugno 1925, Gehrig fece la sua prima partita come pinch hitter (battitore di riserva) nella squadra dei New York Yankees e da allora ha giocato 2130 partite consecutive (record superato solo nel 1995 da Cal Ripken).
Considerato tra i più forti giocatori della storia del baseball, milita per due terzi della sua carrira professionistica sotto l’ombra del più popolare Babe Ruth che giocava anch’esso negli Yankees. Nonostante i suoi numerosi record e la sua indubbia capacità di gioco, Gehrig rimane tristemente famoso per essere uno dei personaggi famosi a essere stati affetti da sclerosi laterale amiotrofica (sla), malattia neurologica degenerativa molto debilitante per il fisico ma che lascia la mente totalmente lucida. Particolarmente famoso è il suo discorso d’addio, al quale assisterono più di 40mila persone.
Insomma, il baseball è uno sport “pulito”, onesto, senza grandi risse e soprattutto con dei tifosi “civili”. It’s a way of living!
Elisa Estasi