Quest’anno la 2^c del nostro istituto ha partecipato ad un progetto in collaborazione con la Cooperativa sociale Mappamondo sulla sensibilizzazione e la promozione di un commercio equo e solidale a livello internazionale. La cooperativa si occupa di limitare gli intermediari tra produttore e compratore in modo da avere un rapporto qualità prezzo sostenibile per le due parti. E’ inoltre in collaborazione con associazioni che tutelano i migranti dalla minaccia del caporalato e cooperative che facilitano il reinserimento in ambito lavorativo di persone che hanno avuto un passato di droga o crimini minori.
Tra queste spicca la cooperativa “Pietra di scarto di Cerignola”, in provincia di Foggia, situata su un bene confiscato alla mafia. Ed è proprio di questo che ci ha parlato Pietro Fragasso, membro della cooperativa, il 22/04/2017 in un incontro aperto al pubblico alla Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi. Ci ha raccontato come da bambino non conoscesse il nome del sindaco o dell’assessore comunale ma conoscesse molto bene i nomi dei maggiori capi clan mafiosi della zona. Infatti, come ci racconta in seguito, la mafia è veramente ai vertici del potere quando diventa la normalità. Ma la cooperativa si è prefissata l’obiettivo di sconfiggere la mafia e quale modo migliore di mettere la base centrale su un bene confiscato?
Pietro ci ha anche parlato di quanto le vittime di mafia non vengano ricordate abbastanza oppure si ricordano solo le vittime più famose quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato… quando si pensa alla stage di Capaci si pensa alla morte di Falcone, dimenticandoci spesso degli uomini della scorta…
Fra queste vittime di mafia poco ricordate c’è Francesco Marcone, a cui la cooperativa rende omaggio, morto il 31/03/1995 con due colpi di pistola alla nuca nell’androne di casa sua. Marcone era il responsabile dell’ Ufficio del registro di Foggia e quando ha scoperto un giro di malaffare messo in atto da falsi mediatori che sbrigavano rapidamente, dietro pagamento, pratiche d’ufficio, scrisse una lettera di denuncia ben consapevole dei rischi a cui andava incontro. Pagò con la vita questo gesto di dedizione verso una giustizia cui tutti dovrebbero attenersi, lasciando la moglie e due figli.
Un’ altra vittima di mafia è Michele Fazio, 16 anni, ucciso “per caso” mentre tornava a casa.
Pietro ci ha lasciato con una frase di Sandro Pertini:”Nella vita talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza.”
Elisa Estasi