Mirandolina

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“Ciò che vince nel cuore dell’uomo è sempre il semplice, il naturale” – Carlo Goldoni

Nei mesi di novembre e dicembre quattro classi del liceo Attilio Bertolucci si sono recate presso il teatro del Cerchio, in via Pini, per assistere alla commedia “La Locandiera” di Carlo Goldoni, rivisitata dal regista Antonio Zanoletti e interpretata dalla compagnia del Teatro del Cerchio. La commedia venne rappresentata per la prima volta nel gennaio del 1753, il successo del testo è stato ed è tuttora enorme, tanto che continua ad essere messa in scena, anche con adattamenti e rivisitazioni di vario genere.

La protagonista è Mirandolina, proprietaria di una locanda a Firenze, donna di grande fascino e astuzia che riesce a fare innamorare di sé gli ospiti della locanda. Due dei corteggiatori più insistenti sono il Conte Di Albafiorita, uomo ricco e viziato che cerca di conquistare Mirandolina con preziosi doni, e il Marchese Di Forlinpopoli, il quale rappresenta una nobiltà al tramonto che verrà spazzata via a breve dalla Storia e che per tutta la commedia cerca di far credere di avere ancora delle possibilità economiche. Fabrizio è il servitore della locanda, è segretamente innamorato di Mirandolina ed è l’unico uomo che  rimarrà sempre al suo fianco. Il Cavaliere Di Ripafratta  ha un atteggiamento misogino e trova ridicoli gli altri ospiti che corteggiano la locandiera. Infine ci sono due commedianti, personaggi di contorno, che cercano di ingannare gli ospiti presentandosi come ricche signore.
immag1La scena inizia quando alla locanda arriva il Cavaliere, unico ospite insensibile alle attenzioni di Mirandolina. La locandiera, orgogliosa,  decide quindi di vendicarsi in una sorta di sfida con se stessa e mette in campo le sue arti seduttive. Infatti, all’inizio, si finge innamorata di lui, ricoprendolo di attenzioni che non può rifiutare e, alla fine, quando il Cavaliere le rivela il suo amore donandole una boccetta d’oro, lei lo disprezza, allontanandolo e deridendolo. L’abile seduttrice però si rende conto di aver spinto il gioco troppo oltre, rischiando di perdere la sua onorabilità e la sua reputazione ed è costretta a rinunciare alla tanto amata libertà e ad accettare il matrimonio con Fabrizio.

Alla fine rimane in scena solo lei, illuminata da una luce soffusa, con in mano la boccetta d’oro; con gli occhi tristi e dispersi nel vuoto chiude la commedia uscendo in silenzio. In questo allestimento il regista ha voluto rappresentare la commedia di Goldoni con uno sguardo volto all’Ottocento, richiamando i capisaldi del Romanticismo nel rappresentare sentimenti veri e la complessità della natura umana, andando oltre la maschera della Commedia dell’Arte,  mostrando se stessi attraverso la verità del personaggio. Come Mirandolina che, nel finale, si pone delle domande, riflettendo su ciò che ha fatto a quel pover’ uomo del Cavaliere e soffermandosi a pensare, forse, sull’opportunità, ormai svanita, di provare un vero sentimento d’amore.

Monica Cristofori

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