Se è vero che non c’è quasi nulla di irreparabile nella vita, la scelta universitaria rientra tra i momenti spartiacque. Una città invece che un’altra, viaggiare, restare in casa, seguire i propri desideri o cercare di mediare tra esigenze familiari e di opportunità lavorativa, col rischio comunque di prendere un abbaglio.
Ma i professori del Bertolucci che abbiamo intervistato hanno le idee chiare. E si dichiarano tutti felici della scelta che fecero anni fa, da “ragazzini”.
La prof.ssa Saponaro ha studiato Lingue a Parma; oggi tornasse indietro farebbe una scuola per traduttori a Trento o a Trieste o sceglierebbe una laurea in un settore economico. Le lingue sono un requisito fondamentale, che tutti devono avere a prescindere dalla facoltà scelta, e perciò preferirebbe appoggiare ad esse altre competenze più specifiche.
La prof.ssa Cotti invece è innamorata della filosofia, che ha studiato a Bologna. E la ama tanto da essere non solo insegnante ma consulente filosofica, grazie a una tecnica che si basa sull’utilizzo pratico della filosofia, nella vita quotidiana.
Il prof. Armillotta invece adora le Scienze della terra che ha anche approfondito con un dottorato e ristudierebbe: i suoi lo volevano professore di matematica, e per un anno ha cercato di accontentarli. Ma poi ha capito che gli interessava altro.
La prof,ssa Bortolan rifarebbe quello che ha fatto ( Matematica) ma ripiegherebbe con grande coraggio su scienze gastronomiche, nuova proposta del nostro Ateneo. Non è capace di cucinare e forse imparerebbe.
La prof.ssa Cozzani invece rifarebbe Lingue a Bologna, ma pure lei non disdegnerebbe scienze gastronomiche: a lei cucinare piace.
Insomma, scegliere seguendo le proprie passioni, a distanza di anni, ha lasciato tutti soddisfatti.