Continua il nostro viaggio tra le “pazzie” meteo della stagione invernale che stiamo vivendo e che anche in questi giorni sta riservando grandi sorprese non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo.
Mentre i ghiacciai delle nostre Alpi sono messi a dura prova da temperature eccezionalmente miti (per la presenza della nebbia in pianura, in questi giorni fa molto più caldo sui monti che nelle città padane!), dall’Arabia Saudita, paese principalmente desertico, arrivano immagini di cammelli che pascolano in mezzo alla neve e di palme cariche di neve lungo la costa del mar Rosso.
Passando da un paese all’altro, non va meglio in Cina, dove si stanno registrando temperature glaciali, oltre i -40°C. A Qinhuangdao, a 300 chilometri da Pechino, il mare si è completamente ghiacciato e sembra di essere al Polo Nord.
E mentre l’America conta i danni della tempesta “Jonas”, che ha paralizzato città come Washington e New York sepolte da oltre mezzo metro di neve e sferzate da fortissimi venti gelidi,
il Regno Unito è minacciato da “Henry”, solo l’ultima delle otto tempeste invernali (per la loro potenza e per i danni che hanno arrecato sono state paragonate a uragani) che da alcuni mesi tengono sotto assedio Irlanda, Galles, Scozia e territori limitrofi.
Certo, le anomalie meteo ci sono sempre state, ma mai così frequentemente e in modo così diffuso e incisivo a livello globale. La Terra sembra, dunque, “vendicarsi” per tutte le “ferite” che le abbiamo procurato e che tutt’ora le stiamo procurando. Già da qualche anno, e in particolare in questi ultimi mesi, ci sta facendo sentire la sua presenza e la sua potenza. Non sottovalutiamola…
Mattia Sansone, 3^E