Omaggio a David Bowie

Non sono mai stato un fan di Bowie.
 Quando Bowie era all’apice del successo io ero un bambino.
 Molti testi delle canzoni di Bowie non mi trovano in sintonia di idee.

Eppure scrivo volentieri per lui un tributo, poiché la canzone Heroes mi ha sempre colpito ed è per me un pezzo mitico, non solo per il sound. 
Quando Fabrizio De André scrive che “dal letame nascono i fior”, mi fa pensare a come è nata la canzone di David Bowie.
 Questa fu scritta nel 1977 in un periodo in cui il cantante era sprofondato in una tremenda crisi, viveva a Los Angeles distrutto dalla cocaina e dall’alcool, e anche i suoi migliori amici disperavano per lui. Ma in seguito si trasferì a Berlino, e da lì iniziò la sua risalita professionale e umana.
 Proprio a Berlino Bowie comporrà, con Brian Eno, il brano Heroes.

Heroes è il brano musicale che dà il titolo all’omonimo album del 1977.
 Nel 2004 la canzone è stata inserita alla posizione numero 46 nella classifica delle 500 migliori canzoni di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone.
Questo il testo originale e il video, che vi invito ad ascoltare:

http://www.testitradotti.it/canzoni/david-bowie/heroes

Heroes è un grido disperato: in un mondo ormai distrutto dal potere e dalla forza, l’autore chiede alla sua ragazza di compiere il più grande gesto di eroismo: amare nonostante tutto e contro tutto.
 «We can be heroes, just for one day» (Possiamo essere eroi, solo per un giorno).
 Lo sfondo di Heroes è il Muro di Berlino, ostacolo fra due amanti e simbolo della guerra fredda. Nel 1977 il Muro stava ben saldo con i suoi check-point, il filo spinato, il controllo degli accessi, i mitra spianati ecc. Nessuno, nel 1977, avrebbe mai pensato che quel muro sarebbe crollato. Bowie scrive la canzone immaginando che l’amore, anche solo per un giorno, possa avere la meglio sulla forza. Cito da wikipedia: “il produttore Tony Visconti viene accreditato di aver fornito l’ispirazione per l’immagine del testo che si riferisce ai due amanti che si baciano “by the wall” (“sotto il muro di Berlino”), quando lui e la corista Antonia Maaß si abbracciarono davanti a Bowie stando di fronte alla finestra degli Hansa Studio che si affacciavano proprio sul muro di Berlino. All’epoca Bowie disse che i due amanti erano una coppia immaginaria, ma Visconti, che era sposato con Mary Hopkin allora, confessò in seguito che Bowie stava probabilmente proteggendo la sua scappatella con la Maaß. Bowie confermò il tutto nel 2003”.
Quando cadde il Muro di Berlino (1989) io ero un ragazzo delle superiori.
 E, davanti alla televisione, guardai con un misto di interesse, incoscienza e inconsapevolezza l’evento che cambiò per sempre la storia contemporanea. Pochi mesi prima avevo assistito alle proteste (sedate nel sangue) di Piazza Tienanmen, in Cina, e di quel piccolo uomo, un grande uomo che, con il suo esile corpo, aveva fermato un carro armato (ascoltatevi “Uno come noi” dei Nomadi…). 
Quel che accomunò le situazioni fu la percezione, anche televisiva, di un cambiamento spinto dai giovani, dagli universitari in particolare, dalle nuove generazioni insomma. Per la mia, la cosa non fu irrilevante, soprattutto per motivarci all’impegno politico, all’impegno culturale e nello studio.
 E per formarci una coscienza europeista, non violenta e aperta alle novità.

Ieri ho fatto ascoltare la canzone in classe, alla fine dell’ora di epica. 
L’epica è il mondo degli eroi. 
Ho creduto che Heroes fosse un buon testo per riflettere sull’eroismo. 
I ragazzi, al primo attacco, hanno esclamato: è l’inno della serie A TIM!!!
 Mi sono sentito vecchio, mi capita sempre più spesso.
 Ma ho resistito fino alla fine del pezzo.

Poi ho lasciato la classe chiedendo: cos’è per voi l’eroismo?

Alcuni dicono che il nostro tempo non ha bisogno di eroi, ma di maestri.
 Eppure sono convinto che Bowie con questa canzone abbia intuito che c’è un’epica, eroica, i cui personaggi non sono gli aristocratici del mondo greco ma la gente comune delle nostre città. C’è un eroismo anche nell’amare, soprattutto in tempi di violenza ed egoismo come i nostri.
 C’è un eroismo nell’andare avanti nonostante tutto, e cercare di essere giusti. 
Spesso, anche oggi, questo eroismo termina con la tragedia. I giusti non vincono. Nemmeno i buoni. Così va il mondo, si dice. Chiediamolo a Chiara Poggi, studentessa massacrata dal fidanzato che amava, a Sanaa Dafani, studentessa massacrata dal padre perché amava un occidentale, a Valeria Solesin, studentessa e volontaria massacrata al Bataclan e a tanti altri eroi dei nostri giorni.

Cos’è per te l’eroismo?

Cito da wikipedia: “Brian Eno disse che musicalmente il motivo del brano suonò fin dal principio epico ed eroico e che egli aveva sempre avuto la parola eroi in mente persino prima che Bowie scrivesse il testo. Le virgolette presenti nel titolo, volutamente inserite, furono aggiunte per dare un tono “ironico” al concetto di eroe che altrimenti sarebbe stato troppo romantico, ridondante, nel testo della canzone”.

C’é un eroismo molto vero in Heroes, talmente vero da aver bisogno di una smorzata, di un’attenuazione, quasi per pudore.
 Il pudore dei giusti di fronte alla forza e alla violenza.
Francesco Cattellani

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