Reinterpretazione in chiave moderna del classico di Shakespeare, “Amleto Fx” di Vico Quarto Mazzini (http://www.vqmteatro.com/amleto-fx/) è uno spettacolo che si propone all’io dei più giovani con uno stile ironicamente drammatico, e ci fa riflettere sulla realtà dei nostri giorni.
Su un fondale di veneziane su cui è stilizzata la “stanza d’artista” di Van Gogh, l’attore, solo in scena, ci racconta di un Amleto moderno, che sente il peso della morte del padre sfidare la sua voglia di vivere, circondato da amici falsi, incompreso da una madre superficiale e frivola.
Gabriele Paolocà, attore e scrittore della storia, mostra Amleto come un adolescente afflitto dall’esibizionismo dovuto ai social network, che si crogiola nella sua stanza e contatta Ofelia via skype e, non trovando nemmeno in lei la tanto agognata comprensione, le consiglia di posizionare bene lo smartphone prima di compiere il suicidio. Il dubbio amletico che incarna l’indecisione tra vita e morte, tra il sopravvivere e il decidere di sottrarsi alle regole della vita e alle sue sofferenze, appartiene a un ragazzino viziato, più interessato a farsi notare da chi lo circonda che a superare il lutto del padre. L’attore mescola vecchio e nuovo, la poesia X Agosto di Pascoli a citazioni da film molto amati dal pubblico come il Signore degli anelli; canta Back to Black di Amy Winehouse o si traveste da Marylin Monroe con grande capacità scenica e interpretativa.
Il cruccio di Amleto, andare o non andare alla festa di Orazio, vivere o rimanere per sempre chiusi in camera, è il cruccio di ogni adolescente che assiste alla rappresentazione, di ogni uomo che ogni giorno deve affrontare l’esistenza. Amleto, a tutti gli effetti, siamo noi.