“Come superare una separazione”

L’articolo della psicologa spagnola Silvia Congost affronta il tema della separazione descrivendolo tanto come un’esperienza dolorosa quanto come un’opportunità per la propria crescita personale.

La fine di una relazione risulta spesso difficile da superare e traumatica poiché implica non solo la perdita della persona che si ama, ma anche lo sconvolgimento delle proprie abitudini, dei sogni condivisi e dell’identità costruita all’interno del rapporto. 

Silvia individua due aspetti come causa principale del dolore da separazione: la paura del cambiamento e il colpo alla nostra autostima. Nel primo caso il nostro cervello tende a evitare le sofferenze e a risparmiare energie opponendosi ai cambiamenti e nel secondo viene colpita la nostra autostima, poiché essere lasciati viene interpretato spesso come un risultato della propria inadeguatezza. 

La psicologa incoraggia quindi a intraprendere un percorso di cura personale e accettazione, per riuscire a lasciar andare ciò che non è adatto a noi e imparare a ricostruire la propria vita senza chi ha scelto di non restarci accanto, ritrovando così la serenità.

L’articolo mette in luce diverse problematiche sia psicologiche che sociali legate alla separazione. Tra queste c’è l’attaccamento emotivo che non ci permette di immaginare un’altra vita all’infuori della persona amata, creando l’idea di un amore che debba durare per sempre. Quando il nostro amore idealizzato si scontra con la realtà tutto va in frantumi, portandoci un senso di fallimento e smarrimento. La fine di un amore ci fa sentire come se non fossimo abbastanza, come se il nostro valore dipendesse solamente dall’altro. La continua ricerca di spiegazioni e conferme non fa che aumentare la difficoltà di accettare la realtà e noi stessi. Questo accade perché la mente umana tende a preferire la stabilità piuttosto che affrontare l’incertezza del nuovo, poiché porterebbe a uno stress sia fisico che mentale dovuto al lungo adattamento alle nuove abitudini e alla nuova vita che si presenta. 

Questo sovraccarico di emozioni, inoltre, potrebbe peggiorare a causa di un continuo paragone con gli altri, facendoci sentire ancora più soli e disperati. Per questo bisogna concentrarsi sulle proprie sensazioni e ricordare che tutti possono affrontare una rottura e ogni percorso è unico e varia da persona a persona secondo i propri tempi e modalità.

Leggendo questo articolo si capisce quanto la nostra cultura influenzi il modo in cui vediamo e viviamo l’amore. Fin da bambini veniamo esposti all’idea di un amore perfetto e utopico che pensiamo corrispondere  alla realtà. I cartoni animati, i film e i libri ci insegnano che il vero amore dura in eterno e qualsiasi difficoltà si risolve magicamente nel “Vissero per sempre felici e contenti”.Questo racconto viene visto e rivisto così tante volte da piccoli che quando cresciamo ci creiamo delle aspettative irrealistiche, ci aspettiamo che l’amore sia perfetto e senza dolore. 

La realtà è ben diversa, poiché le relazioni sono fatte anche di crisi, momenti di sconforto e possono anche finire. Penso, infatti, che quando arriva una rottura, il nostro dolore non nasce solo dalla perdita in sé, ma anche dal crollo di quell’illusione che da sempre ci è stata presentata. Dovremmo imparare a distinguere l’amore reale da quello idealizzato e renderci conto che una relazione finita non ci impedisce di avere un nuovo inizio, ma è solo la conclusione di uno dei tanti percorsi della nostra vita e che nel bene e nel male ci ha arricchito facendoci crescere.

È importante riuscire a riconoscere il proprio valore anche in assenza dell’altro. La solitudine, spesso temuta, può in realtà essere un’occasione per migliorarsi, imparare a stare con se stessi e conoscersi. La cultura di oggi ci porta a tenere sempre tutto stretto, mai a lasciare andare, ma la vera maturità consiste nel saper elaborare la fine dei legami con consapevolezza e rispetto verso gli altri e noi stessi, accettando il tutto come parte naturale della vita.  

Per questo mi viene da chiedermi: siamo mai stati educati ad amare o solo a desiderare di essere amati?

Le parole di Silvia ci insegnano come troppo spesso cerchiamo nell’altro un amore che in realtà dovremmo prima trovare dentro di noi. Se non siamo in grado di stare bene da soli, rischiamo di finire in rapporti sbagliati solo per paura della solitudine.

Imparare a bastarsi e a volersi bene è fondamentale, poiché una relazione non dovrebbe essere la sola cosa che ci fa sentire completi, non dovrebbe servire a colmare un vuoto, ma a renderci la migliore versione di noi stessi.

Alice Camera

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