“Anche il nocciolo della mia identità, il mio nome, era stato piegato per facilitare la pronuncia di qualcun altro. Nadeesha Dilshani Uyangoda Vithanage è un nome lungo, ricco di tradizione, eppure ero diventata Nadi o Nadia.”
Nel suo TEDx Talk, Nadeesha Uyangoda racconta di come abbia cercato, per anni, di distanziarsi dalle sue origini nel tentativo di essere accettata. Ha abbandonato la sua lingua, modificato le sue abitudini, smesso di mangiare con le mani, fino a cambiare il suo stesso nome, quasi a volersi rendere invisibile in una società che la percepiva come diversa. Ma il colore della sua pelle rimaneva un segno indelebile, impossibile da nascondere.
Il razzismo di cui parla Uyangoda non si manifesta solo in insulti espliciti, ma si insinua nella quotidianità in forme più sottili e difficili da riconoscere: i controlli ripetuti all’aeroporto, il malfunzionamento sospetto delle casse automatiche nei supermercati, gli impiegati di banca che le danno del tu senza conoscerla, il rifiuto sulle app di incontri basato esclusivamente sull’aspetto. Sono tutti episodi che, presi singolarmente, potrebbero sembrare insignificanti, ma che nel loro insieme tracciano un quadro chiaro di come i pregiudizi siano profondamente radicati nella società.
Attraverso la sua testimonianza, Uyangoda invita a riflettere su queste dinamiche e sul ruolo che ognuno di noi ha nel perpetuarle o nel contrastarle. Il cambiamento, suggerisce, inizia con la consapevolezza: interrogarsi sui propri pregiudizi e riconoscere l’impatto delle proprie azioni è il primo passo per smantellare un sistema di discriminazioni che spesso agisce in modo silenzioso, ma non per questo meno violento.
Mario Monga 4E
Ai Musei Civici incontro con la scrittrice Nadeesha Uyangoda – Stampa Reggiana