Opinionismo e democrazia

Analizzando il contesto sociale e politico odierno, si può notare una forte tendenza al primato dell’opinione sulle verità oggettive in ogni contesto: già da anni, in televisione sono popolari programmi di opinionismo politico, e sui social il fondamento del pensiero della massa è proprio l’opinione di persone ritenute affidabili e importanti, più che l’opinione individuale formata con la propria conoscenza o attraverso dati scientifici.

È fondamentale quindi, di fronte a questa tendenza, chiedersi come mai ciò accade e cosa comporta il primato dell’opinione nelle nostre vite.

Da una parte è giusto affermare che l’opinione sia sacrosanta, in quanto in uno Stato libero deve essere garantita la libertà di espressione. Inoltre, è proprio l’opinione del singolo alla base della democrazia, poiché riesce a generare un confronto, che a sua volta genera un dialogo, e attraverso il dialogo e la conoscenza un individuo forma il proprio pensiero critico, che deve essere utilizzato per mettere in atto il proprio potere politico, ovvero il voto.

Il valore delle opinioni è quindi sì importante, ma solo se fondate su un pensiero critico e su una conoscenza oggettiva e approfondita. L’opinione di un individuo diventa quindi fallace dal momento in cui si fonda sull’opinione di un altro individuo che non ha conoscenza di un argomento. Questo è ciò che accade nella nostra epoca, dove la massa ha totalmente perso interesse per la cultura e per la politica, diventando passiva di fronte al futuro proprio e della società, delegando il proprio pensiero a chi agisce per  influenzarlo.  Ciò avveniva prima attraverso la propaganda politica, poi attraverso la televisione, ora avviene molto più subdolamente attraverso internet.

Internet ha infatti “impigrito” la massa: tutta la conoscenza umana alla portata di un click ha spento completamente la sua sete di conoscenza, a tal punto che si può notare un vero e proprio regresso intellettuale nella società odierna. Ciò è aggravato dal fatto che sui social network  l’opinione di un utente acculturato e competente è messa sullo stesso piano con quella di uno ignorante. Per esempio, su Instagram o Facebook hanno la stessa valenza un articolo di Internazionale o un’indagine Istat, spesso giustamente complessi, e l’opinione di politici, magari noti per la propria incompetenza.

L’opinionismo ha infatti fatto sì che l’ignoranza sia influente quanto la cultura: ciò avviene perché la massa impigrita e ignorante si identifica maggiormente nell’opinione di una persona con un pensiero simile al suo piuttosto che con quella di un intellettuale. Da ciò ne consegue una profonda semplificazione della realtà: basti pensare a quanto il conflitto israelo-palestinese sia stato ridotto all’attacco di Hamas del 7 ottobre, trascurando i conflitti decennali e le profonde ragioni economiche e politiche internazionali che lo hanno causato e lo finanziano.

Un altro motivo per cui l’opinionismo è sempre più preponderante, è la forte regressione culturale della classe politica e dei rappresentanti del popolo. Dal momento che i politici mettono in atto uno scontro malsano, senza un effettivo dialogo e una preparazione adeguata, il parere individuale sovrasta i dati oggettivi, la scienza e la storia. La massa si sente quindi giustificata a comportarsi analogamente. Basti pensare all’incompetenza di leader mondiali come Donald Trump, che dà voce al pensiero più ignorante ed egoista dell’americano medio: sono infatti virali video interviste ad elettori americani ai comizi di Donald Trump, incapaci di formulare un pensiero complesso. Tali video ci fanno tanto ridere, ma dovrebbero far riflettere su quanto sia grave la situazione e quanto sia pericolosa per l’uomo la mancanza del proprio spirito critico.

È proprio sulla regressione culturale del popolo che i politici fanno leva: l’essere umano  senza cultura e incapace di elevarsi si rinchiude in un profondo individualismo, che lo porta all’intolleranza del pensiero altrui.

Questo fenomeno sociale è estremamente preoccupante. Infatti, l’uomo diventa vulnerabile al controllo dell’informazione, alla propaganda mediatica e, infine, ad una presa di potere autoritaria e alla morte della democrazia, poiché muore lo spirito critico che la fonda.

Ritengo perciò fondamentale che tutti noi impariamo a mettere da parte noi stessi e a scendere dalla torre d’avorio che l’individualismo causato dall’ignoranza ha generato per ognuno di noi. Dobbiamo diventare consapevoli di quello che non sappiamo: solo così possiamo instaurare un dialogo e ricominciare a fidarci del prossimo, della scienza, della storia e di tutti i progressi e traguardi che l’umanità ha raggiunto.

La democrazia è sì fondata sulle opinioni, ma su quelle consapevoli e figlie di una riflessione profonda, non sull’istinto primitivo dell’uomo.

in copertina foto da https://www.21secolo.news/critica-alla-ragione-dormiente-tv-e-mass-media/

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