Crescere

Non ho paura dei grandi
ho paura di diventare come loro
Non ho paura delle responsabilità
ho paura di crescere
ho paura di crescere ed essere triste
perché con i miei occhi ancora protetti da un filtro di innocenza infantile
vedo, dietro ai vostri sorrisi, quanto siete tristi
e provo compassione per il vostro invano nasconderlo
Pensate di proteggerci non parlando ad alta voce del dolore
che da una vita vi portate appresso
ma i vostri occhi vi tradiscono
e parlano per voi
i vostri sguardi
la vostra stanchezza, che ancora non mi appartiene e spero non dovrà mai farlo
perché è diverso l’essere stanchi dopo una festa
dall’essere stanchi della vita, del lavoro, della spesa
le vostre mani parlano
gonfie e rovinate
la vostra pelle, i vostri denti
il modo in cui vi svegliate la mattina
il modo in cui vedete le cose
il modo in cui vorreste cambiarle ma non sapete farlo
non riuscite a farlo
perché il cambiamento ha bisogno della forza che non avete più
che avete perso negli anni trascorsi a guardare la tv
ad andare in palestra
per conformarvi ai canoni di una società che non esiste
che vi siete inventati
perché avevate bisogno di qualcosa in cui credere
a cui aggrapparvi
per non affogare nella corrente del mondo adulto

Il mondo dei piccoli e il mondo dei grandi
è divelto da uno specchio
Siamo il vostro riflesso
ripetiamo i vostri gesti, le vostre brutte parole
Vi rivedete in noi
pensate alle occasioni perdute
alle scelte di cui vi siete pentiti
Vi fa male specchiarvi
vedere il vostro futuro ormai bruciato
e credete in noi perché siamo la vostra rivincita
siamo il vostro secondo tentativo
Non volete lasciarci scegliere
perché temete che sceglieremmo male per la nostra vita
come, forse, avete fatto voi con la vostra
avete paura che faremo la vostra stessa fine infelice
Ma anche la paura viene riflessa nello specchio
è così intensa da sfiorare il tangibile
come perdersi in un cielo di nuvole scure
e riuscire a toccare il vapore

Anche noi abbiamo paura di diventare come voi
di fare le scelte sbagliate
di morire soli, senza casa
senza un pavimento su cui piangere
di sprecare le occasioni
Anche a noi fa male specchiarci
pensare di dover vivere per diventare infelici
forse è per questo che vi teniamo distanti
ma come biasimarci
se in tutto quello che trasmettete c’è del dolore
il vostro dolore
salato come l’acqua del Mar Nero

Ho letto in un libro una volta
che la vita è fatta di compromessi
e questo è il mio
Imparate ad abbandonare la tristezza
e dimostratemi che, se ci provo, posso vivere senza dolore
che, se proprio devo soffrire, posso imparare a superarlo
senza finirci chiusa all’interno
facendone una gabbia di cui non ho la chiave
Se non trovate la vostra chiave
imparate a trovarla
prima di parlare con me
e poi insegnatemi a farlo per quando ne avrò bisogno

Non voglio il vostro dolore
non voglio addossarmi la vostra paura per il mio futuro
perché mi basta la mia
non voglio vedervi chiusi in gabbie da cui non sapete uscire
perché mi fa male
non voglio rivivere la vostra vita
non voglio crescere
e diventare così

 

Martina Alberici 5E
Immagine in evidenza: pagina di “Ciccì Coccò”, di Enzo Arnone e Bruno Munari

Può interessarti...