Didacta 2022, il nuovo è già qui: gli esiti del Crossmedial workshop

La scuola è già cambiata. Oggi una nuova esperienza, abbandonati per un giorno gli allievi, le aule e i colleghi eccoci a Firenze: Didacta Fiera.

In giro per i padiglioni di Didacta mille proposte di innovazione didattica applicabili nella scuola di oggi: robotica, diversi usi di proposte digitali, lim futuriste e workshop di tutti i tipi. Una cosa però colpisce più di altre, la moltitudine di visitatori. Operatori della scuola di tutti i livelli, maestr* di scuole dell’infanzia e della primaria, docenti di secondaria di primo e secondo grado, dirigenti scolastici e studenti si aggirano tra gli stand con uno sguardo illuminato, con la sensazione che si legge nei loro visi che una scuola nuova, la scuola dell’innovazione si può fare. Questa è la scoperta di questi giorni, scoprire che si possa abbassare lo stress di studenti e docenti, che a scuola ci si possa divertire tutti, che si possa imparare molto facendo esplodere la creatività e mettendosi tutto in gioco. Nello zaino tornando a casa tante brochure, tanti siti, tante nuove proposte, ma soprattutto la sensazione che la scuola non vada verso il cambiamento, ma sia già cambiata, un’innovazione non solo di metodologie e di tecnologie, ma una scuola rinnovata nell’atteggiamento di chi dentro la scuola ci vive ogni mattina, dal primo all’ultimo giorno di scuola.

Prof.ssa Paola Benigni, Scuola Piero Calamandrei, Torino

La comunità scolastica si ritrova a Fortezza da Basso per la quinta edizione di  Didacta, imperdibile appuntamento fieristico sul futuro e l’innovazione della scuola in Italia. Workshop e seminari e appuntamenti dedicati agli operatori della scuola.  Ma dopo due anni di emergenza pandemica in cui l’innovazione digitale è prepotentemente entrata nelle aule didattiche forse è opportuno chiedersi come deve essere la scuola che vorrei.  La scuola che vorrei è una comunità capace di aprirsi alle innovazioni digitali, alle sperimentazioni didattiche capace di fare rete e aprirsi a nuove esperienze, una scuola capace di condividere.

Prof.ssa Lorenza Vantaggiato, Monaco Fermi, Oria

Una scuola diversa è possibile?

I numeri ci dicono di sì. La partecipazione dei docenti all’evento Didacta Fiera di Firenze ci dice che un cambiamento è possibile. Il desiderio di formarsi, la curiosità verso metodologie  e programmi innovativi sono stati i motori propulsori che hanno spinto un gran numero di dirigenti, docenti, educatori del mondo della scuola a partecipare a eventi e workshop immersivi presentati in Fiera. Passeggiando tra i diversi padiglioni dedicati al mondo della scuola, dall’area scientifica a quella umanistica, da quella tecnologica a quella editoriale accompagnati dai colori degli arredi, dalle ricostruzioni tridimensionali,  è possibile percepire che il vento dell’innovazione nella scuola continua a spirare. Il cambiamento nella scuola è possibile: nella forma e nella sostanza. Il futuro della scuola inizia da qui.

Prof.ssa Antonella Perrone, Scuola Piero Calamandrei, Torino

 

Te lo possiamo dire con certezza: ciò che ti sentirai più spesso ripetere da uno studente italiano, se gli chiederai qualcosa riguardo alla scuola, è che si sente stressato. Per fare un esempio, un sondaggio fatto tra gli studenti della nostra scuola ha evidenziato che il 73% dei ragazzi “soffre d’ansia per cause legate alla scuola”; un dato che, detto molto sinceramente, non può e non deve lasciare indifferenti. Ormai è chiaro un po’ a tutti che a scuola la prima cosa a dover funzionare è la didattica, non soltanto i distributori dell’acqua o le macchinette (seppur siano entrambi molto comodi).

Stiamo scrivendo questo articolo da un laboratorio all’interno della più grande fiera della didattica in Italia, Didacta; sarà l’ambiente magico di Firenze, saranno le decine di proposte meravigliose che ognuno di noi ha potuto sperimentare nel corso delle ore dedicate alla visita, ma ci sentiamo decisamente ottimisti. Raggiunta la consapevolezza che le cose non sempre funzionano e con tutte le opportunità che l’innovazione ci offre al giorno d’oggi, il modo di fare scuola può (e dovrebbe) cambiare in positivo a tutti i livelli dell’insegnamento.

Buona parte degli stand che abbiamo visitato era legata al mondo della tecnologia e della robotica: da complessi robot o macchine per l’industria ci siamo spostati verso l’applicazione della realtà aumentata al settore farmaceutico (ovviamente il tutto con sperimentazione dei visori), per poi approdare verso qualcosa di leggermente più vicino a noi, come l’impiego dei Lego (dall’asilo al liceo).

Seppur queste cose sembrino difficili da realizzare per la specificità dei materiali, quello su cui ci vogliamo concentrare è il concetto di questo cambiamento: la scuola dovrebbe essere luogo di formazione ed educazione per la realtà che ci circonda piuttosto che un continuo flusso di informazioni da catapultare su un foglio il giorno della verifica e scordare subito dopo. Bisognerebbe modificarne l’approccio dall’inizio alla fine e tutte le proposte viste oggi sono state in grado di darci una maggiore consapevolezza del nostro ruolo di studenti e delle nostre necessità.

Un’idea utile e pratica, esemplificativa del nostro pensiero, è quella di Telefono Azzurro sulla cittadinanza digitale: il suo focus è rendere consapevoli soprattutto i ragazzi dell’uso della Rete e del fatto che, pur trattandosi di un mondo virtuale, possiedono diritti che devono essere protetti in modo da renderli propriamente liberi.

Letizia Bruno e Niccolò Napolitano

Cosa funziona a scuola?
Non mentiamoci, è molto facile criticare il sistema scolastico ma se dovessero chiederci cosa funziona, sapremmo davvero rispondere?
In quanto studente è quasi scontato lamentarsi dei docenti, dei compiti assegnati, delle verifiche fin troppo numerose, lamentarsi di come la scuola non finisca alle 13:00 ma continui a impegnarci per gran parte del pomeriggio e addirittura la sera, ma è anche giusto sottolineare che sappiamo anche apprezzare alcuni lati della scuola.
Siamo onesti: non tutto ciò che si studia serve come conoscenza per il nostro futuro, non tutte le materie le incontreremo nuovamente al di fuori del liceo ma ciò non esclude l’utilità di studiarle, di impararle.
La scuola funziona quando si tratta di insegnare un metodo, spingendo lo studente a trovare il miglior modo per assimilare le informazioni (cosa ovviamente personale), funziona quando si parla del lato relazionale e delle possibilità che offre a ogni adolescente di conoscere nuove persone e funziona quando si parla delle occasioni di vivere nuove esperienze molto importanti per la crescita personale, come l’anno all’estero o un semplice scambio culturale di qualche mese.
Il numero degli insegnanti e presidi alla fiera Didacta di Firenze è la conferma di come la scuola si stia prendendo sempre più cura dell’istruzione dei ragazzi, di come ci sia il desiderio di innovazione, il desiderio di un approccio diverso, più vicino agli studenti.

Gabriele Capuano

 

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