In quanto ex-studentessa trovo deprimente e, sinceramente, anche imbarazzante, che sia proprio la scuola (per di più un liceo scientifico!) ad invitare persone che diffondono idee pseudoscientifiche. La scuola che dovrebbe insegnare il pensiero critico e l’onestà intellettuale, a riconoscere le notizie false da quelle vere, ad affrontare la realtà ammettendo i propri errori e mancanze, senza scuse del tipo “Non andiamo d’accordo perché i nostri segni non sono compatibili” oppure “Questo difetto è proprio tipico del mio segno”, quando alla base delle proprie difficoltà si trovano invece scarse capacità di comunicare e di prendersi le proprie responsabilità.
Per di più proprio il Bertolucci, scuola culturalmente aperta e accogliente, fallisce in questo modo nel riconoscere l’incredibile e ricchissima diversità delle costellazioni, della mitologia e delle tradizioni legate al cielo, che differiscono per ogni cultura, mentre l’astrologia qui praticata pretende di categorizzare tutti secondo standard occidentali, i quali, di conseguenza, oltre ad essere delle idiozie scientificamente parlando, sono idiozie anche umanamente parlando.
Il cielo ha così tante meraviglie, avreste potuto chiamare un astrofisico/a, un astronomo/a, un ingegnere aerospaziale, oppure un antropologo/a, un professore/ssa di lettere che parlasse della mitologia legata alle costellazioni o delle numerose opere in cui si menziona il cielo stellato… e invece no, un’ASTROLOGA! Per di più in un periodo in cui stanno emergendo tutti i problemi legati all’ignoranza e alle idee antiscientifiche/
Mi trovo del tutto d’accordo con la lettera scritta dalla prof.ssa Favilla; visto che lei, in quanto docente, ha scritto agli studenti, io piuttosto mi vorrei rivolgere agli insegnanti e a chi altro ha approvato un intervento del genere. I rappresentanti saranno anche incaricati di organizzare le assemblee, ma dubito che non ci sia alcun controllo da parte di chi è incaricato di educare tutti coloro che frequentano il liceo (e scrivo di proposito educare al posto di istruire, perché il pensiero critico serve a tutti a prescindere dai propri obiettivi, perché che si faccia lo scienziato o il dottore o l’avvocato o il netturbino, senza senso critico si sarà dei cattivi scienziati, dottori, avvocati e netturbini, insomma degli incompetenti).
Personalmente mi ero già confrontata sulla vicenda con un’insegnante della mia ex-classe, che mi ha riferito che per fortuna ci sono stati diversi insegnanti contrari a quanto accaduto… fa piacere sentire che almeno qualcuno non deve preoccuparsi di recuperare il senno perduto e finito sulla luna, giusto per restare in tema di astri.
Assemblea: il parere di un’ex-alunna
Detto questo, ho letto la replica dei rappresentanti di istituto; ottimo discorso ma, sempre a mio parere, con un difetto importante: quando si prendono decisioni per se stessi si è liberi di agire come si vuole, prestando ovviamente attenzione al fatto che la propria libertà non limiti quella altrui. Essere rappresentanti però comporta un grado di responsabilità superiore, perché le proprie decisioni hanno un impatto su tutti i rappresentati. Di conseguenza, le proprie intenzioni dovrebbero essere ben chiare e trasparenti (specialmente quando le decisioni prese potrebbero risultare problematiche, sia nella formulazione che nell’attuazione pratica, come in questo caso); il fatto che buona parte del corpo docente e degli studenti abbia frainteso la situazione mi sembra testimone del fatto che, durante la comunicazione di tali intenzioni, qualcosa sia andato storto…
… nei miei anni al Berto ho avuto tante opportunità per crescere e imparare e sono sicura, come ha scritto la prof.ssa Mele, che questo sia stato un inciampo superabile 🙂
Cordiali saluti a tutti!
Beatrice de Waal