“Le versioni di Glück”: gli studenti traducono una poesia inedita del premio Nobel

Si è trovata improvvisamente al centro di una grandissima attenzione la piccola libreria editrice Dante & Descartes di Napoli, l’unica in Italia ad aver pubblicato, nella traduzione di Massimo Bacigalupo,  “Averno” di Louise Glück, vincitrice del premio Nobel per la Letteratura.

“Cerchiamo di fare libri di qualità, onesti, necessari, come Averno”, le parole di Raimondo di Maio, fondatore della piccola realtà editoriale che ha saputo, seguendo le ragioni di una autentica passione per la letteratura, scommettere sui versi della poetessa newyorchese.  Se prima della assegnazione del Nobel, in pochi in Italia conoscevano l’opera di Glück e vendere copie della sua raccolta era impresa difficile, oggi Dante & Descartes è subissata di richieste da tutt’Italia. “Oggi tutti vogliono possedere un pezzo di Louise Glück. Abbiamo ricevuto 3 o 4mila richieste in pochissime ore solo da Milano”, ha dichiarato a Dire, agenzia di stampa nazionale, Raimondo Di Maio.


Quando ho saputo della vittoria di Glück, che non conoscevo, ho cercato tra i miei libri una sua traccia finora ignorata, ho cercato, senza trovarlo, il suo nome in una antologia di poeti americani o in raccolte di poesia contemporanea.
Anche io speravo di avere “un pezzo di Louise Glück” nella mia libreria. Ma non c’era.  Poi ho pensato alla raccolta dei New Yorker che, nonostante le difficoltà di lettura, non mi decido mai a portare in garage proprio per la presenza in ogni copia di un paio di poesie che spesso hanno fatto nascere in me la curiosità di conoscere una voce prima inaudita. Scorrendo l’indice di una copia dopo l’altra, come muovendomi tra i vicoli di una città alla ricerca di quel volto noto, finalmente, -eccola! – sul numero che riporta la data Oct. 14, 2019, una poesia della scrittrice americana che è anche  generosa insegnante (e questo mi fa apprezzare ancora di più il fatto che la scelta dei giurati svedesi sia caduta su di lei: donna, poetessa, insegnante e pubblicata in Italia solo da una piccola libreria indipendente).


Dopo una prima lettura dalla quale ho colto solo frammenti, sprazzi luminosi frammisti al buio di passi non compresi, avvertendo la mancanza di una traduzione, ho pensato che tradurre una poesia ancora inedita del recente premio Nobel poteva essere una attività appassionante oltre che utile:
con le colleghe del Magazine, abbiamo deciso quindi di proporre questa sfida  ai redattori  che avrebbero così portato un pezzo di Glück nelle case di tanti.
La sfida è stata raccolta con entusiasmo da alcuni studenti che hanno tentato quella operazione mai del tutto realizzabile e quindi utopistica (perché mira  all’impossibile coincidenza di universi linguistici e di pensiero distanti), sempre percorsa da una venatura di creatività personale, che è tradurre un testo poetico trasportandone il miracoloso equilibrio di suoni, silenzi e significati da una lingua ad un’altra.
Se il poeta è un fingitore, il traduttore è, per forza di cose, un traditore. Ma un traditore che cerca di mettere a disposizione di tanti un po’ di bellezza, accorciando le distanze tra un’opera e il suo lettore.

Ecco, quindi,  la versione originale della poesia e, a seguire, quelle dei traduttori, indipendenti, del nostro liceo.  Anche i colleghi professori possono cimentarsi nella loro “versione di Glück”.       Lucia de Ioanna

Presidents’ Day

Lots of good-natured sunshine everywhere
making the snow glitter—quite
lifelike, I thought, nice
to see that again; my hands
were almost warm. Some
principle is at work, I thought:
commendable, taking an interest
in human life, but to be safe
I threw some snow over my shoulder,
since I had no salt. And sure enough
the clouds came back, and sure enough
the sky grew dark and menacing,
all as before, except
the losses were piling up—
And yet moments ago
the sun was shining. How joyful my head was,
basking in it, getting to feel it first
while the limbs waited. Like a deserted hive.
Joyful—now there’s a word
we haven’t used in a while.

Louise Glück

 

Presidents’ Day

Molto bene – naturale luce del sole ovunque

Che fa brillare la neve – silenziosamente

Realistico, penso, piacevole

Da rivedere di nuovo; le mie mani

Erano quasi tiepide. Qualche

Principio è all’opera, penso:

lodevole, prendono interesse

dalla vita umana, ma per essere al sicuro

mi sono buttata un po’ di neve dietro alle spalle,

perché avevo finito il sale. E abbastanza sicure,

le nuvole sono tornate, e

il cielo si è fatto scuro e minaccioso,

tutto come prima, eccetto per

le perdite che si accumulavano –

E pochi attimi fa il sole splendeva. Com’era gioiosa la mia testa,

Crogiolandosi al sole, arrivando a sentirlo

Mentre gli arti aspettavano. Come un alveare deserto.

Gioioso – adesso c’è una parola

Che non usiamo da un po’.

 

Traduzione di Federico Notari

 

La Giornata dei Presidenti

Un sacco di affabile sole dappertutto

che fa scintillare la neve — abbastanza

realistico, ho pensato, piacevole

vederlo di nuovo; le mie mani

erano quasi calde. Qualche

princìpio è in funzione, ho pensato:

ammirevole, interessarsi

di vita umana, ma per andare sul sicuro

mi sono lanciata un po’ di neve alle spalle

visto che il sale non ce l’avevo. E sono abbastanza sicura

che le nuvole fossero tornate indietro, e sono abbastanza sicura

che il cielo si fosse fatto scuro e minaccioso,

tutto come prima, eccetto che

le perdite si stavano accumulando —

E tuttavia un attimo fa

il sole splendeva. Quanto era gioiosa la mia mente,

crogiolandovisi, assaggiandolo per prima

mentre le membra aspettavamo. Come un alveare deserto.
Gioiosa — ecco una parola

che non usiamo da un po’.

 

Traduzione di Marianna Massari

La Giornata dei Presidenti

Ovunque, tanta buona luce del sole

faceva luccicare la neve – sembrava

darle vita, ho pensato, che bello

poterlo rivedere; le mie mani

erano quasi calde. Un qualche

principio è in azione, ho pensato:

ammirevole, che degni di interesse

la vita umana, ma per essere sicura

ho buttato un po’ di neve

dietro la mia spalla

dato che non avevo sale. E ovviamente

le nuvole sono tornate, e ovviamente

il cielo è diventato cupo e minaccioso,

tutto come prima, tranne che

le perdite si stavano accumulando –

eppure poco fa

il sole splendeva. Quanto era contenta la mia testa,

che poteva goderselo per prima,

mentre braccia e gambe aspettavano. Come un alveare deserto.

Gioioso – questa è una parola

che non usavamo da un po’.

Traduzione di Sabrina Sassi

Il giorno del presidente

Molti benigni raggi di sole

illuminano la neve in ogni dove

– vitale, ho pensato, finalmente

potevo rivederlo; le mie mani

erano quasi tiepide.

Alcuni princìpi sono all’opera, ho pensato:

era  lodevole, interessarsi alla vita umana,

ma per stare sicuro buttai un po’ di

neve sulla mia spalla, visto che non avevo sale.

E sicuramente il cielo tornò  scuro e

minaccioso, come lo era stato prima,

eccetto che le perdite si stavano accumulando –

e poco fa il sole splendeva.

Quanta gioia nella mia testa , mi crogiolavo

in essa, sentendola, mentre i mie arti attendevano.

Come un alveare vuoto.

“Gioioso” – Ecco ,

questa è una parola che non usiamo da tanto.

Traduzione di Sofia Cuccu


        

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