L’ ultima avventura per il papà dei supereroi

“Io non ho ispirazioni, solo idee. Idee e scadenze”. Questa è la frase con cui si scherniva Stanley Martin Lieber, meglio noto come Stan Lee, il celebre fumettista della Marvel, quando gli veniva domandato il segreto del suo successo. La notizia della sua morte, avvenuta il 12 Novembre a 95 anni al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles a causa di una polmonite, ha inevitabilmente rattristato chiunque ne venisse a conoscenza, poiché tutti, non solo i fan dei suoi fumetti, non potevano fare a meno di sorridere, al cinema, davanti alla rituale apparizione di un uomo con i baffi e gli occhiali nei film dei supereroi. stan-lee-comparsa
Tuttavia, nonostante la sua fama, Stan Lee si è sempre considerato un uomo semplice,  caratteristica che ha contraddistinto d’altronde anche  i suoi personaggi. Nessuno avrebbe mai osato paragonarsi a l’infallibile Superman della Dc Comix, ma quanti si sono rivisti nell’ adolescente SpiderMan della Marvel?

Le debolezze dei suoi eroi infatti, sono proprio ciò che li rende affascinanti, poiché li avvicinano a noi. Il sarcasmo di Toni Stark, l’ingenuità di Peter Parker, l’ umorismo di Deadpool e lo scarso autocontrollo di Hulk, sono caratteristiche tipicamente umane che hanno garantito l’amore degli spettatori per questi personaggi.

Stan Lee, con la sua inesauribile fantasia, ha regalato speranza al suo pubblico. Con l’umanità e le debolezze dei protagonisti dei suoi fumetti, ci dimostra che  non serve avere necessariamente dei superpoteri per essere degli eroi: tutti possiamo esserlo se vogliamo. Tutti nasciamo con la possibilità di esserlo: alcuni scelgono di diventarlo.

Il mondo non verrà salvato da un gruppo di supereroi che combattono contro gli alieni: forse viene salvato tutti i giorni da persone ordinarie che attraverso la loro vita migliorano quella degli altri. Uomini che, come Stan Lee, hanno la capacità di vedere non solo il mondo per quello che è, ma per quello che potrebbe essere. Regalando anche a noi la possibilità, se la vogliamo cogliere, di essere migliori.

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Camilla Barilli

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