Quando parlare è un lavoro

Oggi per voi intervistiamo Ilaria Bertinelli, interprete di conferenza, per scoprire i segreti del suo mestiere.

Domanda: Come mai ha deciso di fare l’interprete?

Ilaria: Devo raccontarvi la pura verità? Bene, quando ero piccola, in Italia si vedevano solamente quattro canali televisivi e uno di questi si chiamava Svizzera. Qui, il sabato mattina, trasmettevano un’ora ininterrotta di cartoni animati, caso unico nella programmazione degli anni ’70. Molti di questi cartoni animati erano in lingue a me incomprensibili, probabilmente erano il tedesco e il francese, che mi incantavano come fossero musica. E’ allora che ho deciso che nella vita avrei voluto imparare tante lingue diverse e magari fare di queste il mio lavoro.

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Cuffiette per interpretazione simultanea pronte per essere distribute

 

Domanda: Secondo lei perché è importante conoscere altre lingue?

Ilaria: Perché la lingua è lo specchio della cultura che esprime, ossia è l’espressione della storia di un popolo, delle sue abitudini e delle sue caratteristiche. Parlare una lingua straniera ci permette di comunicare con persone che hanno una cultura diversa dalla quale possiamo imparare tantissime cose a cui non siamo abituati. Il dialogo permette sempre di superare le differenze e le incomprensioni che, in definitiva, sono alla base di tensioni e, in casi estremi, odio e xenofobia.

Domanda: Ma come è possibile imparare tutte le lingue? Nel mondo se ne parlano più di 6000…

Ilaria: Imparare tutte le lingue sarebbe bellissimo, ma certamente impossibile. Nella storia ci sono stati diversi tentativi di creare una lingua universale, come ad esempio l’Esperanto, ma tutto ciò che è innaturale risulta difficile da applicare. Oggi, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e al fatto che il mondo sia sempre più privo di barriere fisiche e geografiche, in realtà c’è una lingua che viene usata come “lingua franca”, ossia una lingua di comunicazione che va oltre qualsiasi confine geografico: mi riferisco all’Inglese. Conoscere l’inglese significa comunicare praticamente in qualsiasi paese del mondo, magari non ci permette di conoscere la parte di cultura che è legata alla lingua locale, ma ci dà comunque la possibilità di interagire con gli altri e muoverci senza difficoltà ovunque siamo.

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Teatro visto dall’interno delle cabine di traduzione

Domanda: In che cosa consiste esattamente il suo lavoro?

Ilaria: Lavorare come interprete di conferenza significa essere l’anello di congiunzione tra due mondi; il mio compito è ascoltare quello che dice un relatore e, simultaneamente, dirlo in un’altra lingua affinché tutti possano capire e dare un proprio contributo. E’ un lavoro estremamente faticoso perché richiede tantissima concentrazione, ma allo stesso tempo è molto stimolante perché ti permette di apprendere cose nuovo ogni giorno, per tutta la vita.

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Ilaria e l’attore americano Paul Sorvino

 

Gaia Barbieri 1^F

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