“It’s not a year in a life, it’s a life in a year”

Guardo fuori dal finestrino mentre mi trovo in macchina con alcuni miei amici 17enni mentre sto andando a mangiare ali di pollo in uno dei ristoranti più famosi della città e noto che non c’è più neve negli immensi campi di mais. Capisco che se non c’è più la neve, il momento di tornare a casa si sta avvicinando sempre di più. Mi basta rileggere la frase iniziale per capire come cose che ritengo assolutamente scontate ora, molto presto non lo saranno più: non ci saranno più 17enni che guidano, non ci saranno più immensi campi di grano, non ci saranno più ristoranti famosi solo per le ali di pollo. E soprattutto, fortunatamente, non ci sarà più tutta questa maledetta neve.20170529_101427
È la fine di maggio: la neve ha iniziato a sciogliersi a inizio Aprile, e, alla fine è completamente andata via. Esattamente come presto, troppo presto, me ne andrò io, e tutto ciò che questi incredibili 10 mesi e mezzo hanno significato per me diventeranno solo un ricordo che fotografie, documenti e felpe potranno solo cercare di non fare sciogliere come la neve.
Ma la verità è che niente di tutto quello che sta per seguire si scioglierà.
L’amore di una nuova famiglia; i ricordi e le avventure scritte con nuovi amici; le serate davanti ad un falò; la vittoria di un titolo giocando lo sport che ho sempre amato, nel luogo in cui è nato, contribuendo sul campo; il ballo di fine anno; la vacanza nella costa occidentale dove la mia famiglia mi ha portato, il Gran Canyon, l’oceano Pacifico; bambini del luogo che ti guardano e sorridendo ti dicono: “Lo sai, avrei voluto che la mia famiglia ti avesse ospitato quest’anno”; l’amicizia con gli altri studenti stranieri che hanno condiviso la mia stessa esperienza e che saranno sparsi per il mondo vivendo le mie stesse sensazioni dopo un anno in Wisconsin; la soddisfazione personale nell’avere persone che ti dicono che gli mancherai tanto quando te ne andrai e che non ti dimenticheranno; i professori e gli allenatori (anche se spesso in questa parte di mondo sono la stessa persona); la cerimonia di consegna del diploma.fb_img_1495892336226
È impossibile, assolutamente impossibile, racchiudere in un articolo tutto quello che questo anno ha, finora, significato per me. Mi sento maturato, mi sento molto più sicuro in me stesso, mi sento convinto che se sono riuscito a vivere per un anno a 17 anni lontano dalla mia famiglia e in un luogo completamente diverso da quello in cui mi trovavo allora possa raggiungere qualsiasi cosa.
Le sensazioni che si vivono quando si giunge agli sgoccioli di un’esperienza del genere sono quasi indescrivibili: da un lato c’è la consapevolezza che si ha una seconda casa e che lasciarla da un giorno all’altro non sarà per niente facile mentre dall’altro si vuole tornare alla vera casa ad abbracciare i propri genitori e i propri fratelli, e spendere un paio di serate con gli amici di sempre al campetto dietro l’angolo.
Una delle frasi preferite dei foreign exchange students è questa: “It’s not a year in a life, it’s a life in a year”. Bastano queste poche parole per descrivere tutto quello che questa esperienza significa. Edgar, WI per me ha rappresentato mettersi alla prova, crescere, cambiare, adattarsi a cultura e usanze diverse, conoscere nuove straordinarie persone e condividere con loro momenti indimenticabili, visitare posti che probabilmente non vedrò mai più e infine vivere esperienze che si possono vivere solo e solamente se si decide, a quest’età, di fare la valigia, lasciarsi tutto alle spalle e partire per scoprire chi si è veramente. Perchè anche se la neve si scioglie e le fotografie sbiadiscono, dentro chiunque abbia vissuto un’esperienza come questa, qualcosa è cambiato per sempre.img_20170527_031855_19720170403_153444

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