Quante volte ci è capitato di vedere in anime o manga il fiore Giglio del Ragno Rosso, ma in quanti si sono veramente soffermati a comprenderne il suo reale significato?
Il Giglio del Ragno Rosso (Red Spider Lily) è un fiore meraviglioso, dal colore rosso acceso e dall’aspetto affascinante, che sboccia durante il periodo dell’equinozio d’autunno (Shubun). Questo evento cade il 22 o il 23 settembre ed è in Giappone una festa nazionale, tradizionalmente dedicata alla celebrazione degli antenati.
Questa è la ragione per cui viene chiamato Higanbana (il fiore dell’equinozio) e di conseguenza è associato al culto dei morti. La stessa parola higan (equinozio) deriva dal sanscrito e significa “l’altra riva” , nella concezione buddhista, fa riferimento allo stato che si dovrebbe raggiungere per elevarsi spiritualmente (il Nirvana).
Il suo nome deriva anche dalla forma particolare, che ricorda appunto un ragno e una delle sue unicità è il ciclo di crescita. Inizialmente, la pianta si sviluppa come uno stelo nudo e senza foglie, dalla cui estremità sboccia il fiore in tutta la sua bellezza. Quando successivamente il fiore appassisce e scompare, al suo posto nascono le foglie, che durano fino all’estate. Appassendo, queste faranno poi spazio al fiore. Per questo motivo, esiste un detto giapponese che recita: “Le foglie non vedono i fiori, i fiori non vedono le foglie” (葉見ず花見ず – Hamizu Hanamizu).
Proprio la particolare caratteristica di fiori e foglie ha dato origine alla leggenda di Manju e Saka (da cui deriva anche il nome Manjushage), due elfi ai quali fu affidato il compito di controllare e custodire rispettivamente i fiori e le foglie. Poiché essi non si incontrano mai, questi elfi, destinati a non vedersi, decisero di sfidare il destino, incontrandosi di nascosto. S’innamorarono, ma la dea Amaterasu per punirli, stabilì ancora più rigidamente che i fiori di Manju non dovessero mai più incontrare le foglie di Saka. I due elfi si promisero di incontrarsi nella morte, ma questo non avvenne mai.
Un’altra particolarità di questo fiore è la composizione chimica del suo bulbo: è velenoso. I contadini lo piantavano intorno ai campi di riso per tenere alla larga topi e insetti. La stessa pratica veniva usata anche intorno ai cimiteri per evitare l’avvicinamento dei topi (e altri animali) attratti dai corpi sotterrati, un’abitudine in uso quando in Giappone non era ancora diffusa la cremazione.
Questo fiore è oggi conosciuto in Occidente principalmente per le sue apparizioni in manga e anime, tra tutti viene ricordato specialmente come il fiore di Tokyo Ghoul, ma lo si nota in altre opere come ad esempio Demon’s Slayer, Dororo e Lycoris Recoil. In queste serie, il fiore appare in modo significativo per rappresentare diversi concetti: è spesso associato a un amore impossibile, addii strazianti o presagi di morte. Inoltre, in quanto fiore che fiorisce quando le foglie non ci sono e viceversa, è visto come metafora della Transizione e della separazione tra mondi.
Nella serie Tokyo Ghoul, il Red spider lily assume un ruolo di impatto visivo e simbolico cruciale. Il fiore appare in modo insistente durante i momenti più traumatici della vita di Kaneki Ken, in particolare nella sequenza della sua brutale tortura. Le sue fioriture rosse e velenose circondano il protagonista mentre egli è costretto ad affrontare e accettare la sua nuova e mostruosa natura di ghoul. Questo fiore, simbolo tradizionale della morte e del passaggio verso “l’altra riva”, rappresenta perfettamente il confine tragico su cui si trova Kaneki, sospeso tra il suo passato umano e il suo futuro di creatura. L’Higanbana non è solo un presagio di morte e dolore, ma è la vivida rappresentazione della sua agonizzante metamorfosi.
Giulia Scaramuzza 4E






