Oggi è il Dantedì, giornata istituita ufficialmente dal Consiglio dei Ministri a gennaio in vista dei 700 anni dalla morte del poeta nel 2021. La data scelta fa riferimento alla data riconosciuta come inizio del viaggio dantesco.
Oltre alle iniziative previste dalla Rai e dal Corriere della Sera, dai video che appariranno sul canale YouTube, dall’invito del Ministero dell’Istruzione a leggere passi della Commedia, l’Accademia della Crusca promuove un flashmob alle ore 18 per leggere dai balconi l’incipit del poema.
Dante era un combattente, sarebbe stato di sicuro al nostro fianco per combattere anche questa di battaglie, “tetragono ai colpi di sventura”, sicuro che le buone battaglie si vincono quando in ciascun soldato prevale il bene comune.
La Commedia è un libro cristallino, scritto per ognuno di noi, così ci diceva durante le sue lezioni universitarie Ezio Raimondi. Di queste sue parole mi sono sempre ricordata nei miei anni di insegnamento.
C’è tenerezza e rigore nella poesia di Dante e la sua intensità emotiva riesce ancora a coinvolgere le giovani generazioni.
Perché Dante non ha mezze misure, come i giovani.
E’ delicato con Francesca, ma impreca contro la corruzione della Chiesa e contro quella lupa che ha rovinato il mondo, così da renderlo “un’aiuola che ci fa tanto feroci”. Nell’ultimo canto del Paradiso usa le parole più sublimi per rivolgersi a Maria, ma non rinuncia mai alla volontà di vedere con occhi limitatamente umani ciò per sua natura è ineffabile.
Cosa c’è di più giovane che urlare quando qualcosa ci sembra inaccettabile? O di più attuale che richiamarci alle nostre responsabilità? O di più eroico che non rinunciare mai a difendere i propri principi?
Possiamo, a scuola, leggere la Commedia come esempio di poesia alta in cui trovare significati reconditi, come ha fatto nel corso degli anni in modo sapiente la critica accademica, tuttavia Dante è prima di tutto un “immenso poeta popolare” diceva Gianfranco Contini.
Leggiamo Dante con i ragazzi e per i ragazzi, offrendo loro una lettura “ingenua”, che parta dal racconto e dalla musicalità dei versi, perché “nessuno, scriveva Borges in Sette Notti, ha diritto di privarsi di questa felicità”.
Abbiamo bisogno di felicità.
E abbiamo bisogno dell’amore che, legando insieme la varietà dell’universo, muove il sole e l’altre stelle.
Dodi Lucetta