Testo violento, cantante violento?

“Ricordati che morirai, ma prima sarai sc***** da tutti i miei amici. Ormai non ho più nulla da perdere. Ci vediamo”

Questo è il messaggio che il rapper Faneto ha mandato alla sua ex fidanzata dopo che lei aveva pubblicato su Instagram le foto del suo viso segnato dai lividi. 

Negli ultimi giorni Alessandra ha deciso di dire no alla sua relazione violenta con il noto rapper Faneto: ha dichiarato che già da mesi subiva violenze, aveva ricevuto minacce, ma che non aveva voluto dire nulla. Dopo queste prime dichiarazioni sui social, Faneto aveva pubblicato un video nel quale la sua ex lo minacciava con un coltello in mano. Da queste nuove informazioni sono nate diverse domande: ma allora anche Alessandra aveva dei comportamenti violenti? Alessandra si difendeva o cercava di fare anche lei del male al suo fidanzato? 

Dopo poche ore lei ha dichiarato di aver usato il coltello solamente per mettergli paura: lui l’aveva costretta a chiudersi in bagno dopo i numerosi schiaffi e le continue minacce. Successivamente Alessandra ha deciso che avrebbe iniziato un processo giuridico e che la verità sarebbe saltata fuori in tribunale.

Dopo aver reso pubbliche le denunce per violenze, minacce e stalking, i social si sono divisi: da una parte chi conosceva Faneto, e amava la sua musica, sa che non è possibile difenderlo dalle accuse, ma si giustificano dicendo che loro distinguono il cantante dalla musica. Dall’altra parte troviamo chi lo accusa sia per le sue azioni che per la sua musica: in molti hanno affermato che, dai suoi testi, si poteva già intuire che dietro si potesse trovare un ragazzo violento. 

Ma è giusto categorizzare tutti i rapper come “violenti”? 

Per esempio, Fabri Fibra ha una lunga carriera discografica caratterizzata da testi molto provocatori, espliciti ma anche misogini: una delle canzoni più criticate è “Su le mani”, dove l’oggettificazione della donna è presente già dai primi versi. Malgrado i suoi testi, spesso contestati, Fabri Fibra non è mai stato accusato di violenza; non possiamo comunque definirlo un santo: nel 2015 è stato denunciato da Valerio Scanu, cantante italiano, per diffamazione. Questa denuncia è stata causata dal testo della canzone “A me di te” dove sono riportate frasi offensive e omofobe nei confronti di Scanu. 

Faneto non è di certo il primo ad avere testi espliciti, nei quali la figura della donna è principalmente vista come un oggetto sessuale: la maggior parte dei rapper italiani hanno testi volgari, aggressivi e fraintendibili, eppure non sono tutte persone violente. I rapper descrivono loro stessi nelle canzoni ma spesso esagerano per colpire maggiormente il pubblico, il che porta ad etichettarli ingiustamente come violenti o offensivi. Ma in un caso così estremo, dove una ragazza è stata picchiata e minacciata, riusciamo a distinguere le parole dai gesti? Possiamo davvero guardare oltre a un atto di violenza?

Chiara Boschi 4E

Foto de Il Messaggero

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