Junior World Cup: Maria Vittoria Casoni dalla 4T al tetto del mondo

Dal 26 al 28 settembre si è tenuta la Junior World Cup di pattinaggio a Buenos Aires e una delle vincitrici è stata proprio una studentessa del Bertolucci: Maria Vittoria Casoni. Maria Vittoria frequenta il quarto anno allo sportivo quadriennale e in occasione di questa grandissima vittoria abbiamo deciso di intervistarla per conoscerla meglio e provar ad entrare  nel mondo di una campionessa che concilia studio e sport.

Oltre alla soddisfazione per la medaglia d’oro, qual è stata l’emozione più inaspettata che hai provato nel momento esatto in cui hai finito la tua performance o quando ti sei trovata sul podio dei Campionati Mondiali in Argentina? 

“L’emozione più inaspettata è stata un misto di sollievo e incredulità. Dopo essermi allenata duramente tutta estate, quando ho finito l’ultimo esercizio, mi sono resa conto di esserci riuscita davvero. Sul podio invece mi ha travolta una sensazione di gratitudine nei confronti di tutte le persone che mi sono state vicine, in primis la mia famiglia e i miei allenatori. “

Se potessi rivivere un momento della competizione, quale sarebbe e cosa cambieresti? C’è un dettaglio tecnico o un aspetto emotivo che avresti voluto gestire diversamente? 

“Sicuramente cambierei il riscaldamento prima del secondo esercizio, quello che mi mette sempre più in difficoltà. Ero esageratamente ansiosa e avrei voluto viverlo in modo differente.”

Cosa rende il pattinaggio a 4 ruote (quad) la tua specialità preferita rispetto a quelli in linea? Quali sono le differenze tecniche e artistiche che ti permettono di esprimere al meglio il tuo talento in questa disciplina? 

“Sinceramente non ho mai provato a pattinare con i pattini in linea perché non ne ho avuto possibilità, ma preferisco la specialità quad perché la ritengo più elegante e artistica. “

Considerando il tuo impegno a livello mondiale, quante ore al giorno ti alleni e soprattutto, come riesci a mantenere alta la motivazione anche nei momenti in cui la stanchezza o un infortunio ti mettono alla prova? 

“Nel periodo tra ottobre e giugno, periodo in cui devo sostenere campionati provinciali, regionali e nazionali, mi alleno cinque giorni a settimana per circa 2-3 ore. Quando devo prepararmi per gare internazionali mi alleno tutti i giorni per circa tre ore al giorno, a volte facendo sia mattina che pomeriggio. Mi capita spesso di passare momenti di sconforto, ma dopo essermi sfogata, ricomincio da capo il mio lavoro, pensando al motivo per cui mi sto allenando così duramente.”

Qual è il tuo prossimo grande obiettivo sportivo ora che hai raggiunto una medaglia d’oro mondiale? 

“Considerando che dopo aver fatto questa gara ho finito la stagione sportiva, il mio prossimo obiettivo è qualificarmi per la Coppa del Mondo 2026, quindi arrivare tra i primi tre posti ai prossimi campionati italiani.”

 

Com’è stato rappresentare l’Italia in Argentina? Hai avuto modo di interagire con atlete di altre nazionalità e in che modo l’esperienza in un paese così lontano ha arricchito la tua visione dello sport e del mondo? 

“È stato un onore enorme indossare la maglia azzurra per la terza volta e sapere di rappresentare il mio Paese mi ha dato una forza in più. In Argentina ho conosciuto atlete di tantissime nazionalità e ho imparato tanto da loro: modi diversi di allenarsi, di vivere la gara. È stata un’esperienza che mi ha aperto la mente e mi ha fatto capire quanto lo sport possa unire persone da ogni parte del mondo. È stata la mia prima trasferta in un altro continente e viverla con il mio gruppo di amici della Nazionale l’ha resa ancora più speciale.”

intervista di Giulia Scaramuzza 4E

Foto di copertina di Serena Cavazzini 4E

Foto del fotografo Raniero Corbelletti

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