Com’è stata l’esperienza di Erasmus exchange nell’isola di Tenerife?

Un gruppo di 6  ragazzi e ragazze della 1^F hanno ospitato e sono stati ospitati dai ragazzi spagnoli del Colegio La Milagrosa a La Orotova nell’ambito del progetto Getting to know Europe: questo il loro racconto, scritto in aereo nel viaggio di ritorno.

Beh, da dove cominciare? Un’immersione nella natura e nella cultura delle Canarie.I primi giorni, all’interno dell’edificio scolastico, così grande da sembrare un labirinto, abbiamo svolto diverse attività nella palestra, tra le quali la danza e la lotta, usanze tipiche del posto che prevedono rispettivamente una grande coordinazione e resistenza delle gambe. I giorni successivi invece, siamo andati più a fondo nella cultura canaria, visitando lo zoo di Tenerife: Loro Parque. Abbiamo osservato tantissime specie di animali provenienti da tutto il mondo, tra cui pappagalli variopinti e  felini della savana: leoni, tigri e leopardi. Gli spettacoli dei mammiferi marini, orche, delfini e leoni marini,  le vere stelle “marine’, con i loro salti e schizzi, che si trasformano in un grandissimo acquazzone, comunicano anche un messaggio importante sul comportamento di questi animali: non sono nemici dell’uomo.

Altro luogo naturale incontaminato è il Parco Nazionale del Teide: alle pendici del vulcano, una distesa desertica di rocce e piante di una notevole biodiversità che si alterna al cambio di stagione, dimostrando che anche nei luoghi più remoti, la vita prosegue.

L’ultimo giorno insieme ai ragazzi spagnoli e tedeschi (anche loro exchange students) abbiamo ammirato la bellezza delle ‘opere effimere’ utilizzate per la processione  che si tiene a La Orotava. La particolarità di questi “quadri” è che sono completamente “made by nature”, dato che vengono realizzati con petali di fiori ed erbe provenienti dal Teide – disposti in forme di fiori e immagini sacre – per arricchire la festa del Corpus Christi. Anche noi ci siamo cimentati a gruppi  in questo lavoro di grande precisione. 

In conclusione questa è stata una delle esperienze migliori che abbiamo mai avuto, ci ha insegnato molto della cultura dell’isola, anche se è durata troppo poco.

Il Progetto Erasmus è un’occasione imperdibile per conoscere diverse culture e tradizioni, ma anche uno straordinario momento di condivisione tra noi ragazzi.

Davide D.P.

La relazione con la mia host è stata il cuore pulsante del mio progetto di scambio. Fin dai primi momenti mi ha accolto con un sorriso e un calore che mi ha fatto sentire subito a casa, anche se a 3000 km di distanza. Marina è stata estremamente ospitale, facendomi sentire sempre accolta e ben voluta, accettata, come se fossi sua amica da tutta la vita. Ha fatto il possibile per farmi sentire accettata e parte della famiglia e ora la considero quasi come una sorella, una sorella spagnola. Il legame che abbiamo stretto è stato incredibile; porterò sempre con me il ricordo della sua gentilezza e della sua generosità.

Ho imparato tanto da lei, non solo sulla cultura e sulla vita quotidiana, ma anche sull’importanza dell’amicizia e dell’accoglienza. La sua presenza nella mia vita è stata un dono prezioso; sono grata per aver avuto l’opportunità di conoscerla. Il nostro legame rimarrà sempre nel mio cuore. È stata un’esperienza unica e indimenticabile.

 Viola M.

Tenerife ci ha accolti con le nuvole, ma la luce e la gioia l’hanno portata le persone che abbiamo incontrato in questi giorni.

Le nuvole sono state sopra di noi tutto il tempo anche al Siam Park, un parco acquatico enorme e spettacolare ma il calore ci è stato portato dalle risate del nostro gruppo tra scivoli altissimi e piscine con le onde.

Abbiamo anche esplorato centri commerciali a Santa Cruz e a El Puerto, dove abbiamo fatto un po’ di shopping, assaggiato cibo locale e vissuto un po’ la vita urbana dell’isola.

Indimenticabile è stata la gita al Parco Nazionale del Teide: paesaggi da film, silenzio totale, cielo limpido. Sembrava di essere su un altro pianeta. Ci ha fatto riflettere su quanto è potente e affascinante la natura.

Alla scuola La Milagrosa abbiamo partecipato a diverse attività con gli studenti del posto. Siamo entrati nelle loro classi, abbiamo lavorato in gruppo, realizzato podcast, fatto presentazioni. È stato interessante vedere come funzionano le loro lezioni e confrontarci con una realtà diversa dalla nostra.

Una serata speciale l’abbiamo vissuta nella casa con piscina di Ancor: una cena tutti insieme, musica, giochi, risate e tuffi sotto le stelle. Un momento perfetto per rilassarci e rafforzare i legami creati nei giorni precedenti. In poco tempo si sono formate amicizie vere, che spero dureranno anche dopo questa esperienza. Abbiamo imparato tanto, non solo sulle persone e i luoghi, ma anche su noi stessi.

Noemi B.

Quando sono atterrata a Tenerife, pensavo di aver semplicemente cambiato fuso orario. In realtà , ero entrata in  una dimensione parallela, in cui il tempo ha un valore diverso. 

Per una italiana cresciuta con  la puntualità come legge non scritta, l’impatto è stato brutale. I pasti non sembravano seguire alcuna logica! Pranzare alle due, cenare alle dieci: ogni volta che chiedevo di cenare alle otto, ricevevo uno sguardo stupito, come se avessi proposto di fare colazione al tramonto.

Adattarmi non è stato facile, ma in questa settimana ho imparato a sciogliere le lancette, a smettere di correre dietro a questo  tempo pazzo e a iniziare a camminarci accanto. Perché a Tenerife non si perde  tempo: si impara semplicemente a viverlo in modo diverso.

Vittoria F.

 

Le novità mi sono sempre piaciute, mi sono sempre buttato alla ricerca di una nuova onda da cavalcare. 

Anche questa volta mi sono lanciato; quando sono venuto a sapere che c’era il bando per andare in Spagna a Tenerife, non ho esitato neanche un secondo ad inviare la richiesta. 

Quando però è arrivato il momento della partenza, non ero così entusiasta come in principio, ero quasi dell’idea di non partire: paure e brutti pensieri mi hanno fatto valutare anche  la possibilità di non partire. Dopo giorni di riflessione, ho capito che la paura di partire doveva essere uno stimolo in più per convincermi: più paure si hanno e più si diventa forti affrontandole. Quindi ho deciso che anche questa volta mi sarei tuffato in quell’onda gigantesca che mi stava aspettando. 

È stata un’esperienza bellissima e sicuramente mi sarei pentito di essere rimasto a casa.

Sono stato accolto come un familiare lontano che non si vedeva da tempo. 

Ringrazio la famiglia Hernandez Lemus per questa opportunità e per la loro ospitalità e collaborazione: mi hanno fatto sentire come a casa, e per me questa non è una cosa da poco. 

Filippo T.

Quando si pensa alle Canarie, vengono in mente il sole caldo, le spiagge da cartolina e il mare trasparente. Ma stare lì in Erasmus mi ha fatto capire che queste isole non sono solo un bel paesaggio: sono un vero e proprio scrigno pieno di tradizioni, storie e persone speciali.

Una delle cose che mi ha colpito di più è stata la Lucha Canaria, lo sport tipico dell’arcipelago. Da fuori può sembrare una semplice lotta, ma quando la guardi da vicino capisci che è qualcosa di molto più profondo. I lottatori, chiamati luchadores, si sfidano dentro un cerchio di sabbia, il terrero, e devono cercare di far cadere l’avversario con forza e tecnica, ma senza violenza. È come una danza fatta di spinte, prese e rispetto: non si combatte per fare male, ma per dimostrare abilità e onore.

Parlando con le persone del posto, ho capito che la Lucha Canaria è come un filo invisibile che unisce generazioni. Viene insegnata nelle scuole, praticata nei paesi, e durante i tornei le famiglie si riuniscono come davanti a un fuoco antico. Un anziano mi ha detto che “la lotta scorre nel nostro sangue”; guardandolo negli occhi, ho capito che per lui era davvero così: ogni mossa è come una parola di un linguaggio che racconta la storia dei Guanci, i primi abitanti delle isole.

Ma le Canarie non sono solo lotta. Sono anche musica nelle strade, durante le romerías, feste popolari dove tutti cantano, ballano e indossano i vestiti tradizionali. Sono sapori forti e sinceri, come le papas arrugadas con mojo, un piatto semplice ma pieno di gusto, come le cose fatte con il cuore.

E poi c’è la gente. I Canari sono come il sole che li scalda ogni giorno: aperti, gentili, sempre pronti a farti sentire a casa. Anche se ero a chilometri da tutto ciò che conosco, lì non mi sono mai sentito solo..

Nicolò T.

 

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