Global Sumud Flotilla

Global Sumud Flotilla. Un nome carico di significato: “Sumud”, dall’arabo “Pianta dell’Ulivo”, pianta simbolo di resistenza e perseveranza. Tre parole che ora come ora sono simbolo di speranza e umanità, un barlume di luce nei cieli oscurati dal fuoco della guerra.

Tra il 31 Agosto e il 7 Settembre 2025, 43 navi sono salpate dai porti di Barcellona, Genova, Tunisi, Catania e Siro. 44 attivisti, provenienti da 44 Paesi, hanno deciso di sfidare la tirannia israeliana per portare aiuti umanitari a Gaza, aiuti che Israele ha sempre ostacolato fin dal 2008, nonostante l’Articolo 59 della Convenzione di Ginevra. Nel 2010  la prima Gaza Freedom Flotilla, composta da sei imbarcazioni, tentò di violare il blocco di Gaza ma venne intercettata dai militari israeliani; i manifestanti cercarono di difendersi con armi di fortuna e nove di loro rimasero uccisi dalla risposta israeliana. Ci furono dozzine di feriti. Seguirono altri tentativi di inviare flottiglie nel 2011, 2015, 2018, nonché quella inviata a giugno e luglio 2025, che hanno subito abbordaggi, razzie e sabotaggi da parte di Israele. Proprio in seguito all’ultimo tentativo fallito è nata l’iniziativa della Global Sumud Flotilla in risposta al genocidio che Israele sta compiendo contro la popolazione palestinese.

La Flotilla è considerato il più grande convoglio marittimo civile della storia e ha avuto il supporto di numerosi attivisti politici, medici e artisti,  tra cui Greta Thunberg, il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, il deputato del PD Arturo Scotto, la parlamentare europea di AVS Benedetta Scuderi e la parlamentare europea del PD Annalisa Corrado. A bordo c’era anche Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii).

Greta Thunberg (Afp)

L’iniziativa pacifica, il cui unico scopo era di opporsi alla carestia che sta uccidendo il popolo palestinese, oltre che di riportare l’attenzione mondiale su Gaza, è stata troncata bruscamente la notte tra l’1 e il 2 Ottobre. Le navi sono state abbordate dall’esercito israeliano e gli equipaggi sono stati arrestati e trattati come terroristi. I deputati italiani sono stati rilasciati in tempi molto brevi, tuttavia molti membri della Flotilla sono stati incarcerati in pessime condizioni. Greta ha dichiarato di essere rimasta in carcere senza cibo e poca acqua, in una cella infestata di cimici. Fortunatamente è stata rilasciata ed è atterrata ad Atene con altri 160 attivisti. La liberazione degli ostaggi continua, ma questo non cancella i maltrattamenti subiti.

“Eravamo trattati come le vecchie scimmie dei peggiori circhi degli anni Venti”

afferma il giornalista di Fanpage Saverio Tommasi.

La Premier Meloni ha dichiarato:

“Non serve rischiare, non serve mettersi in pericolo, non serve creare problemi alla propria nazione e non serve magari rischiare di dare un alibi a quelli che la pace dovessero non volerla”

Invece di sostenere il coraggio dei suoi cittadini nell’affrontare il pericolo dell’esercito israeliano, ha deciso di scagliarsi contro di loro come se fossero terroristi. Sono vergognose le parole della Presidente del Consiglio. Così come è vergognoso che siano dovuti intervenire dei civili disarmati e senza protezione a portare gli aiuti. Se davvero il governo italiano poteva portare gli aiuti umanitari, perché non l’ha fatto? Chi critica la Flotilla non pensa che, se ci fosse stata la volontà del governo di aiutare Gaza, i manifestanti non sarebbero dovuti partire e rischiare la vita?

Inoltre, il Premier Nethanyau ha proclamato:

“Tratteremo gli attivisti della Flotilla come terroristi”

La verità è che gli attivisti, disarmati, avevano il solo obbiettivo di portare aiuti umanitari a una popolazione che sta subendo un genocidio e che vede i suoi bambini morire ammazzati, con la fame e con le armi. Oltre a ciò, non appena i soldati hanno assaltato le navi, gli equipaggi si sono consegnati senza protestare, seguendo le disposizioni di sicurezza volute dal protocollo. Le loro azioni dovrebbero escludere a priori le accuse di terrorismo. Invece, Israele ha attaccato la Flotilla in acque internazionali e, per quanto il ministro Tajani possa affermare che “Il diritto internazionale conta fino a un certo punto”, ciò che ha fatto l’esercito di Nethanyau è illegale e i governi di tutto il mondo dovrebbero condannarlo in quanto tale.

Nonostante la Sumud Flotilla sia tornata a casa senza essere approdata a Gaza, i suoi sforzi non devono essere dimenticati: tutti coloro che erano a bordo hanno dimostrato coraggio, senso di giustizia, ma, soprattutto, hanno dimostrato che non bisogna ricoprire importanti cariche politiche per fare la differenza. Ci hanno insegnato, ancora una volta, che abbiamo la possibilità e il dovere di migliorare il nostro mondo. E se tutti decideremo di fare la nostra parte, arriverà il giorno in cui nessun bambino dovrà più vedere il cielo costellato di bombe.

 

Elena Notari 4F

Foto di: Reti Solidali, adnkronos

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