Dopo l’intervista ad un ex studente del Bertolucci abbiamo deciso, questa volta, di rivolgerci ai ragazzi/ragazze di una quinta in questo anno ‘trampolino’ tra la fine di un percorso e il salto nel mondo, per chiedere la loro opinione su esame di maturità e scuola.
Prof: siete alla fine del vostro percorso scolastico: 5 anni di liceo, 8 tra elementari e medie. E’ un buon momento per fare un bilancio. Cosa pensate di chi ha rifiutato l’orale di maturità?
G: Io penso che sia stata una scelta adolescenziale, di cui in futuro potrebbero pentirsi. L’esame è necessario per prepararsi all’ingresso nella vita adulta. Ti prepara ad una vita che non è apparecchiata e ad affrontare il futuro con le sue incognite. E’ una tappa utile.
F: Concordo con lui, anche se devo dire che penso che l’atteggiamento repressivo che ha attuato il Ministero nei confronti degli studenti sia stato peggio perchè ha chiuso le porte ad ogni possibilità di dialogo.
C.: il nostro sistema scolastico non è perfetto, compreso l’orale di maturità in cui hai davanti alcuni professori estranei che non ti conoscono e a cui non importa molto di te (probabilmente non ti incontreranno mai più nella vita). La causa della protesta era valida, ma non la modalità di azione.
M: Concordo ma anche questo aspetto dell’esame è formativo: la maturità è un ostacolo che bisogna imparare a superare e che ha senso sostenere. Sarebbe stato meglio da parte loro sostenerlo e poi, anche a costo di ricevere una valutazione inferiore, esprimere direttamente il proprio disagio.
G: Anche avere davanti dei professori che non ti conoscono però secondo me ha senso: i prof che hai avuto durante l’anno scolastico sicuramente ti capiscono e si sforzano di capire le tue difficoltà, ma dopo la scuola nessuno ti conosce e nessuno si sente in dovere di aiutarti quindi anche in questo caso l’esame ha una valenza formativa. Ti prepara al futuro, ti insegna a superare gli ostacoli.
Prof: C. ha detto che il nostro sistema scolastico non è perfetto (nessun sistema probabilmente lo è) e la protesta contro l’orale di maturità nasceva proprio come polemica contro ciò che, a detta degli studenti, non funziona della scuola attuale (soprattutto la valutazione). Dopo tredici anni di scuola, quali sono i difetti principali che individuate nel sistema scolastico?
G: Io penso che la valutazione non sia mai completamente oggettiva e che sia quasi impossibile renderla tale, soprattutto nei casi delle prove orali.
L: Il problema è quello che i voti rappresentano. A volte diventano l’unico obiettivo da raggiungere, invece dell’apprendimento reale della materia.
F: Io penso che il problema principale sia che la scuola non ti insegna anche parti fondamentali della vita quotidiana. Ad esempio, secondo me, in tutte le scuole bisognerebbe insegnare anche economia, poter offrire agli studenti anche qualcosa che serva nella vita concreta. Anche materie che riguardano la vita, come ad esempio la fisica, tendono spesso a concentrarsi sulla parte teorica. Se invece si associassero di più concetti teorici a quelli pratici ci aiuterebbe a capire come funziona la realtà attorno a noi e ad alimentare il nostro interesse per il mondo. Alla fine la scuola ti deve insegnare principalmente a guardare e capire quello che ci sta intorno.
Prof: però in questo caso, ad esempio per fisica, si potrebbe chiedere al docente…pensate di poterlo fare? Quanto vi sentite liberi di intervenire nella didattica?
L: Dipende dal docente, non è semplice intervenire sul metodo.
C: C’è sempre, giustamente, un minimo di distanza tra studenti e docenti. Un pò si può intervenire nella didattica, ma non troppo.
Prof: Secondo voi quali aspetti del sistema scolastico potrebbero essere migliorati?
C: E’ una domanda difficile a causa della concezione che abbiamo della scuola. Il sistema scolastico non è cambiato molto negli ultimi decenni, la base è sempre la stessa ed è così che siamo stati educati: il professore ha una posizione di superiorità. I voti sono importanti, a volte più per i genitori che per gli studenti. Noi conosciamo questo modello di scuola e non siamo abituati a metterlo in discussione.
F: La scuola ha rappresentato praticamente la parte centrale della nostra vita. Non è facile per me trovare difetti a un sistema a cui ormai siamo abituati.
L: Non è neanche facile pensare a come migliorare/cambiare la scuola in Italia. In Olanda, ad esempio, la scuola è diversa ma è diverso proprio il background culturale in generale. Secondo me si potrebbe migliorare il sistema scolastico ma in modo graduale e comunque tenendo conto del fatto che non si può cambiare il contesto culturale.
G: A me l’esperienza scolastica in Olanda ha insegnato che troppa libertà nella scuola crea ignoranza. Soprattutto nei primi anni serve un certo tipo di rigidità, che poi magari può ammorbidirsi, però è necessaria perché altrimenti ne va del tuo futuro. Gli studenti olandesi che abbiamo incontrato non conoscevano questa rigidità e infatti prendevano le cose troppo poco seriamente, non erano formati.
Prof: a proposito di rigidità, cosa pensate della recente normativa sul divieto di utilizzo dei telefoni a scuola?
F.: Secondo me è un atteggiamento punitivo e sbagliato. I telefoni e la tecnologia fanno parte della nostra vita quotidiana. Si dovrebbe puntare piuttosto ad educare ad un utilizzo consapevole.
C.: Concordo. Invece di vietarlo sarebbe meglio insegnare ad usare il telefonino correttamente, ma in questo caso conta moltissimo anche l’educazione impartita dalla famiglia.
Prof: com’è il giudizio complessivo che date alla vostra esperienza scolastica?
F: Assolutamente positivo. Mi ha formato, Mi ha permesso di farmi opinioni sul modo e di elaborare un sistema di valori. Tanti temi trattati anche in filosofia o letteratura hanno valenza trasversale e sono validi anche nel mondo attuale.
G.: Io ho avuto un rapporto particolare con la scuola, faccio fatica ad interessarmi agli argomenti però penso che sia stata utile e che sia in importante anche per mantenersi impegnati.
L.:Aanche secondo me. Al di là delle materie studiate la scuola ti tiene la mente attiva e fresca e ti abitua a darti una routine. E’ un buon allenamento anche per il lavoro.
C.: Io penso di essere cresciuta in questi anni; ho applicato alla vita quello che ho imparato . E’ stato positivo.
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