Sara Giordani: la scelta del camice bianco

Vi siete mai chiesti quanto sia difficile trovare la propria strada mentre siete ancora tra i banchi di scuola?

Sara Giordani, ex studentessa del Bertolucci, oggi al sesto anno di Medicina a Parma, ci racconta il suo percorso, fatto di scelte non sempre facili, ma ricco di scoperte e di crescita personale.

“Non ho sempre avuto l’idea di studiare Medicina,” confessa Sara. “Fino a gennaio della quinta superiore volevo fare Fisica. Poi, parlando con i professori e riflettendo sulla mia vita futura, ho capito che volevo qualcosa che unisse scienza e rapporto umano.”

Così, con coraggio, ha deciso di cambiare direzione: niente più numeri e laboratori chiusi, ma un futuro fatto di reparti ospedalieri e sorrisi da salvare.

I primi passi nel mondo della Medicina
Sara racconta senza filtri quanto il percorso universitario sia duro: “Medicina è pesante, sia per la quantità di esami sia per la lunghezza del percorso. Serve tantissima motivazione, soprattutto nei momenti iniziali, quando tutto sembra più grande di te.”

Eppure, proprio grazie ai primi contatti con i pazienti, Sara ha trovato il suo “daimon”: “Quando sono entrata negli ambulatori, soprattutto in quelli di Pediatria, ho capito che era il posto giusto per me. Mi piaceva ascoltare le storie delle persone, sentirmi utile. Ho capito che era un lavoro che non mi sarebbe mai pesato fare.”

Dalle aule del liceo a quelle dell’università: un salto non semplice
I ricordi del Bertolucci sono per lei ancora vivissimi: “I cinque anni al liceo sono stati tra i più belli della mia vita. Avevamo una classe meravigliosa e con i professori mi sono sempre trovata bene.” Ma il passaggio all’università è stato uno shock: “al liceo sei parte di una piccola comunità, mentre all’università, soprattutto a Medicina, sei uno tra 260. Nessuno ti conosce davvero. E con il Covid è stato ancora più difficile creare legami.” Anche il metodo di studio è cambiato radicalmente: “Schematizzare tutto, come facevo al liceo, non era più possibile. Ho dovuto imparare a studiare in un modo completamente nuovo.”

Perché hai scelto Pediatria?
Sara ha scelto di specializzarsi in Pediatria, una branca della medicina che l’ha conquistata con la sua complessità e umanità: “I bambini hanno una forza incredibile nell’affrontare la malattia. Anche nella sofferenza riescono a trasmetterti una speranza che difficilmente trovi negli adulti.”
E confessa: “Sì, è difficile vedere un bambino stare male, ma la loro energia, la loro gioia di vivere ti ripaga di tutto.”

Un consiglio per chi sogna di studiare Medicina?
“Non scoraggiatevi all’inizio,” dice Sara con convinzione, “all’inizio è difficile per tutti. La cosa più importante è rimanere motivati e ricordarsi che, se si è scelto questo percorso con il cuore, alla fine ogni sforzo ha un senso.”

E oggi?
Oggi Sara è a un passo dalla laurea e guarda avanti con determinazione. “Ogni ostacolo che ho incontrato mi ha reso più forte. Non sceglierei nulla di diverso.”

La storia di Sara ci insegna che a volte la nostra strada non è evidente subito. Ma se si ascolta il proprio cuore e si ha il coraggio di cambiare, si può trovare un camice bianco pronto ad essere indossato.

Maria Ausilia Pulci 1F

la video intervista qui

https://youtu.be/8Cwjz8nRUCg

 

 

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