Minori sui Social Media? No, grazie

15 Dicembre 2023. Lo scandalo colpisce Chiara Ferragni. Oltre a dover pagare una multa di un milione di euro, l’influencer è stata abbandonata da numerosi sponsor e il numero di follower è diminuito. A seguito di ciò la Ferragni, una delle maggiori influencer italiane, ha cominciato a perdere la popolarità che si era costruita. Da allora sui social sono aumentate le foto dei figli, ancora molto piccoli, e della vita privata dei Ferragnez, allo scopo di riacquistare popolarità. D’altronde è risaputo che i bambini attirano molto l’attenzione, anche a costo di farli diventare proprietà del Web.

Sicuramente non è un fenomeno che riguarda solo i Ferragnez: sono numerosi gli influencer che pubblicano foto dei loro figli; ma anche molti genitori lo fanno, pensando di mantenere queste foto private tra gli amici di Facebook, Instagram, X…

Ma queste foto diventano proprietà della rete: non è più possibile cancellarle del tutto, quindi è necessario prestare attenzione a ciò che si pubblica. Quando si tratta di minorenni, salvaguardare le loro foto è ancora più importante. Il consenso è fondamentale in tutti gli aspetti della vita, però si tende ad ignorarlo quando si tratta di bambini; i genitori non hanno diritto a pubblicare foto dei figli, anzi, dovrebbero essere i primi ad impedire che esse appaiano in rete. Inoltre un bambino non ne è consapevole e non può opporsi a una scelta che potrebbe incidere sulla sua vita; non è una proprietà o un mezzo per apparire sui social, ma una persona con una sua identità.

In un recente sondaggio fatto in una classe del liceo Bertolucci; su 17 studenti di 15/16 anni 11 di loro vedono le proprie foto pubblicate online dai genitori, di questi 3 sono contrari e solo 7 ne conoscono i rischi.

Adescamento, pedopornografia, ripercussioni sulla vita sociale e sulla salute psicologica del ragazzo, violazione della privacy: pericoli più o meno nascosti si aggirano in rete. Inoltre, secondo l’articolo 167 del Decreto legislativo  196/2002, chi pubblica foto di minorenni rischia una reclusione compresa tra i sei mesi e i tre anni.

I ragazzi e i bambini non sono giocattoli.

Notari Elena 2F

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