Giorgina Anzulata non è nota ai più, ma ci ha colpito per la sua capacità di inventiva e per le sue abilità tecniche e ingegneristiche, pure senza aver studiato materie scientifiche. Chissà cos’altro avrebbe potuto inventare se avesse seguito un percorso di studi scientifici… Marzo è il mese delle stem, in cui si porta all’attenzione il divario di genere che esiste tra ragazze e ragazzi, soprattutto in ambito scientifico. Un divario del tutto sbagliato… Le ragazze possono letteralmente spostare le montagne, se vogliono! E questa è la storia di Giorgina.
Nasce il 3 novembre del 1908 a Trieste e si trasferisce con la madre in America. A soli quindici anni entra nella Leonardo da Vinci Art School e in seguito segue un corso di specializzazione in design tessile; qui incontra Donald Reid, suo futuro marito.
Dopo aver vissuto nel Queens va a vivere con il coniuge a Rocky Point, una località sul mare a Long Island, spesso soggetta a grandi tempeste che ne disintegrano man mano la costa.
Donald vuole vendere la nuova casa, dati i problemi legati all’instabilità della costa, ma Giorgina non intende rinunciarvi e inizia a costruire, secondo una tecnica giapponese e grazie ai detriti trovati sulla spiaggia, una struttura con terrazzamenti di piante in grado di far filtrare l’acqua mantenendo la sabbia al proprio posto. Il suo giardino, l’estate successiva, è l’unico a reggere.
MONTAUK POINT, NY, UNITED STATES, 11/2/23, photo by Hector Mosley ( Giorgina Reid performing her work. Credit: Montauk Point Lighthouse Archive.)
Giorgina Reid muore a 92 anni, seppellita vicino al marito e con la medaglia conferitale dalla società storica per il suo operato.
Giorgina è un bell’esempio delle capacità delle donne di risolvere problemi quotidiani facendo ricorso a conoscenze di ambito scientifico, a incredibili capacità di problem solving e di resistenza. Quando gli altri volevano arrendersi, Giorgina ha inventato e imboccato una strada alternativa. E quante altre donne straordinarie e normalissime avrebbero arricchito il mondo con la loro fantasia, capacità, inventiva se avessero dalla notte dei tempi avuto le stesse possibilità dei maschi?
Marzo, mese delle discipline stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ci ricorda la disparità che ancora in ambito scientifico le donne vivono: solo il 18,9% delle donne laureate ha scelto facoltà scientifiche, di cui appena il 38% arriva ad occupare una posizione manageriale. Promuovere la partecipazione delle donne all’interno di questi ambiti è fondamentale nel percorso della parità di genere che si sta cercando di ottenere da decenni, abbattendo gli stereotipi secondo cui le donne non sarebbero portate per le materie scientifiche o tecnologiche. Spesso erano le stesse mogli dei grandi scienziati o inventori ad aver avuto le brillanti idee di cui davano il merito ai mariti, purché le loro scoperte venissero considerate. Mileva Marić, moglie del famosissimo Albert Einstein e sua grande collaboratrice durante gli studi sulla relatività, fu costretta a vivere nell’ombra di suo marito. Al contrario, Marie Curie, fisica e chimica, riuscì a farsi strada da sola tra tutte le menti maschili che fanno parte del campo scientifico, diventando la primissima donna a ricevere un premio Nobel, inizialmente destinato esclusivamente al marito.
Veronica Panziroli 2E
un video che racconta la sua vita qui