Lo scorso Venerdì 23 Febbraio si è tenuta a Pisa una manifestazione pacifica di circa 150 liceali, repressa duramente con forti manganellate da parte della polizia. Teste aperte, sangue e lividi. 18 feriti, di cui 10 minorenni. Si trattava di un corteo il cui itinerario non è stato dichiarato alla questura, ma i ragazzi sono stati bloccati in una via, inseguiti e manganellati dai poliziotti in tenuta antisommossa nonostante avessero le mani alzate.
Di fronte a tale episodio, la cittadinanza pisana si è organizzata in una manifestazione a cui hanno partecipato più di 5.000 persone per protestare contro la violenza delle forze dell’ordine (e chiedere che questi esibiscano chiaramente sui caschi protettivi i numeri di identificazione personale, così da essere rintracciabili dai cittadini in caso di soprusi).
Non si tratta di una novità né di un caso isolato, in quanto lo stesso giorno sia a Firenze che a Catania ci sono state delle manifestazioni contro il genocidio, e hanno avuto lo stesso esito.
In queste settimane la violenza della polizia è stata inaudita: dalla fine del Festival di Sanremo, viste le dichiarazioni dell’amministratore delegato Roberto Sergio al programma Domenica In, ci sono state manifestazioni a Napoli, Torino e Bologna sotto le sedi Rai, per protestare contro la strumentalizzazione della televisione per mandare messaggi propagandistici. Tutte le manifestazioni sono state represse con le manganellate dei poliziotti. Teste aperte e ossa rotte, e gli amministratori della Rai guardavano dalle finestre ridendo.
Non è la prima volta che la polizia si è dimostrata eccessivamente violenta, basti ricordare gli episodi come il G8 di Genova o la morte di Stefano Cucchi. Tuttavia, possiamo intuire che questo clima fortemente repressivo delle manifestazioni per la pace in Palestina siano in realtà frutto di una politica ben precisa, dove i giovani sono una priorità di serie B: il Governo ha sempre portato avanti un inasprimento delle pene per piccoli reati, un’idea di scuola sempre più punitiva e fondata sul merito e una politica fortemente in disaccordo con quello che sono le giovani generazioni, ignorate e denigrate con una silenziosa violenza e indifferenza.
Di fronte all’episodio di Pisa, c’è stato un forte movimento di indignazione da parte di quasi tutto il popolo italiano e di diversi partiti. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è espresso a riguardo, affermando che “L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli sono un fallimento”. Da parte del Ministro dell’Interno Piantedosi c’è stato un semplice consenso alle parole del Presidente, mentre la destra ha attaccato i giovani e la sinistra, definita “in delirio”, difendendo le forze dell’ordine. Il Ministro dei Trasporti Salvini ha affermato che “chi mette le mani addosso a un poliziotto è un delinquente”, non accettando “la messa all’indice della polizia italiana come un corpo di biechi torturatori”. La stessa Lega infatti ha proposto un D.d.L. Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo, che ritiene le manifestazioni per il cessate il fuoco a Gaza antisemite e violente (solo in pochissimi ed isolati casi le manifestazioni hanno avuto delle derive antisemite), affermando: “Stiamo con Israele, baluardo di democrazia e libertà, con il suo diritto ad esistere e difendersi, senza se e senza ma“. La Polizia ha giustificato le azioni dei poliziotti durante la manifestazione con un “mancato accordo con i manifestanti”.
Nonostante tutte le affermazioni delle istituzioni, è importante riportare gli articoli della costituzione per cui è incostituzionale questa violenza inaudita per reprimere le manifestazioni, tanto gradita negli ultimi mesi.
“Art. 17. I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso”.
“Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
La manifestazione di Pisa è “solamente” la goccia che ha fatto traboccare il vaso, mostrando a tutti una grave situazione di forte repressione di tutti quei pensieri ritenuti pericolosi dallo Stato italiano, repressione che va avanti ormai da mesi. La polizia è come un sismografo, rappresenta il clima politico vigente, è il “braccio armato” di uno Stato sempre più violento e repressivo, specialmente sul tema del genocidio in Palestina portato avanti da Israele.
Infatti, la violenza dei manganelli si è mostrata quasi solamente in molte delle 1.023 manifestazioni (numero che continuerà a crescere) tenutesi a favore della Palestina dopo il 7 ottobre, mentre in altre la polizia non si è nemmeno presentata. È il caso della manifestazione di estrema destra dell’8 gennaio 2024 ad Acca Larentia, dove per ricordare la strage avvenuta in tale luogo si è tenuto un incontro di neofascisti che facevano il saluto romano, anticostituzionale secondo l’Art. 12.
Forse lo Stato preferirebbe una giovane generazione che sta in silenzio di fronte a tutte le ingiustizie che deve subire? Noi continueremo a far sentire la nostra voce e non ci spaventeranno dei manganelli o una politica bigotta e retrograda.
La violenza non è la risposta ad ogni tipo di problematica: la pace e la democrazia sono gli unici modi per costruire un mondo dove ognuno può stare bene e vivere in libertà. Tuttavia, sembra proprio che la libertà non sia l’obiettivo di nessuno Stato, stato che mette in primo piano la crescita economica a discapito di intere popolazioni, come quella palestinese rimasta indifesa, per mantenere i rapporti economici con Israele.
di Samuele Argento VF
Foto da Pisa Today