Le coincidenze esistono?

Vi è mai capitato di pensare a qualcuno e di ricevere una chiamata o un messaggio da quel qualcuno pochi minuti dopo? Oppure di canticchiare una canzone nella vostra testa e di sentirla poi in radio? Che coincidenza, vero?!

Il termine coincidenza deriva dal latino “cum + in+ cadere”, che letteralmente significa “cadere insieme”; con questa parola, come la definisce il dizionario Treccani, si intende il verificarsi simultaneo e fortuito di due o più fatti collegati fra loro. Nonostante alcuni sostengano che le coincidenze non esistano, sono moltissime le persone che intravedono in questi eventi inaspettati una sorta di magia, pensando che possano far parte di un disegno superiore che tiene insieme tutti i vari pezzi.

In psicologia si parla di sincronicità: un aspetto enigmatico e magico e allo stesso tempo reale che coinvolge il nostro universo.

Il primo a parlare di sincronicità fu Jung, identificando in tale termine il vincolo tra due avvenimenti, che di per sé sembrano uniti da casualità, ma che in realtà nascondono un significato preciso per la persona che lo vive. In questo senso, Jung sottolinea  l’intima connessione tra l’individuo e l’ambiente, che in alcuni casi cela un’attrazione così forte da realizzare quelle che noi chiamiamo coincidenze, ossia esperienze con un valore proprio e fortemente simbolico.

Secondo la teoria della sincronicità le coincidenze non esistono, o meglio non sono connesse da collegamenti causa-effetto, ma da una rete che unisce l’ambiente, l’inconscio collettivo e le persone. L’inconscio collettivo viene definito da Jung come una sorta di magazzino che accomuna tutti gli esseri umani: è da questo magazzino che a volte peschiamo per attivare comportamenti istintivi o innati. Gli eventi sincronici, infatti, la maggior parte delle volte nascondono un messaggio che ci indica la strada da percorrere. In questo senso tali eventi hanno la funzione di rendere conscio ciò che è normalmente inconscio: gli elementi degli eventi sincronici ci permettono di relazionarci e vivere con gli altri esperienze piene di significato che diversamente non sarebbe possibile vivere.

In altre parole, tutto accade per una ragione: in primis perché siamo connessi gli uni agli altri, e in seconda istanza perché ci sono dei messaggi dietro quelle che chiamiamo normalmente coincidenze. Questa teoria si basa su alcuni spunti psicologici molto importanti che eliminano la logica lineare nota come causa-effetto, per cui gli eventi non sono oggettivi ma sono frutto degli occhi con cui guardiamo la realtà. 

Abbiamo quindi appena detto che la realtà non è oggettivamente vissuta, ma la viviamo attraverso filtri soggettivi che ognuno di noi ha. La sincronicità può essere spiegata meglio in questo contesto. Chi vive un dato evento  è esso stesso parte del contesto e contribuisce a formarlo attraverso la sua visione e attraverso la sua presenza.

Insomma, non si può definire univocamente ed oggettivamente un fatto.

Secondo Jung la sincronicità può aiutarci a capire qualcosa di più del mondo interiore che ci anima e a guidarci attraverso l’esistenza, a patto di tenerla in considerazione. Ecco perché la coincidenza ha senso solo per chi la vive, in quanto è strettamente collegata alla sua sfera personale.

Un ottimo esempio di sincronicità viene citato nell’articolo di Paul Broks, un neuropsicologo britannico: “Lyman Frank Baum è stato un prolifico autore di libri per bambini, noto soprattutto per Il meraviglioso mago di Oz (1900). Non è sopravvissuto abbastanza per vedere il suo romanzo adattato per il cinema nel famosissimo film del 1939 al quale però, a quanto pare, è legato da una serie di coincidenze. Nel Mago di Oz l’attore Frank Morgan interpreta cinque ruoli, tra cui quello del mago. Lo vediamo entrare in scena per la prima volta nella sequenza iniziale, girata in toni seppia, nei panni del professor Meraviglia, un indovino girovago. Secondo la mitologia cinematografica, il cappotto indossato dall’attore durante il provino fu ritenuto troppo pulito per un mago itinerante. I costumisti furono spediti in missione tra i mercatini dell’usato per cercare qualcosa di più adatto, e tornarono con un mucchio di roba. Il cappotto su cui cadde la scelta sembrava fatto su misura per Morgan. Più tardi si scoprì che nella fodera della giacca c’era cucita un’etichetta con la scritta: “Confezionato da Hermann Bros espressamente per L. Frank Baum”. Baum era morto una ventina d’anni prima, ma la provenienza del cappotto fu apparentemente autenticata dalla sua vedova, che lo accettò in regalo alla fine delle riprese.”

Nel quotidiano invece, possiamo citare alcuni esempi, che ci possono essere utili per capire come la sincronicità si manifesti molto spesso:

  1. Ricevi un messaggio, una mail, una chiamata da una persona a cui stavi pensando (o la incontri direttamente).
  2. Ti imbatti accidentalmente nella risoluzione del tuo problema senza averlo cercato. Magari passeggiando per la strada e vedendo la pubblicità di un servizio o di un prodotto in tv, o vedendo un post su internet. Dal nulla arriva la risposta che stavi tanto aspettando.
  3. Conosci una persona nuova e per caso scopri che può aiutarti con quel problema complicato che non riesci a risolvere.
  4. Ricevi un complimento, un messaggio positivo, un incoraggiamento, proprio quando ne avevi bisogno da qualcuno che non conosce la tua situazione. 

Questi episodi ci strappano un sorriso, ma quelli più strani possono indurre un forte senso di inquietudine. Per un momento il mondo è pieno di connessioni e forze misteriose. A tutti noi è capitato di ritrovarci in una di queste assurde circostanze ed esclamare  “Che coincidenza!” o abbiamo iniziato ad interrogarci e a riflettere sulle misteriose vie del destino. 

Il fascino delle coincidenze ha ispirato molte teorie e interpretazioni nel corso della storia, alcune con strade e punti di vista completamente opposti dalle teorie proposte precedentemente da Jung.

Non tutti sono concordi nell’attribuire alle coincidenze un ruolo significativo; c’è chi ritiene che le coincidenze non abbiano nessun significato e che siano semplicemente fini a se stesse, altri che invece credono che dietro di esse ci siano leggi universali che regolano il flusso degli eventi, come se l’universo fosse orchestrato come un grande concerto, con ogni evento che suona la sua parte nell’armonia cosmica. Questa visione affascinante suggerisce che tutto ciò che accade è parte di un grande disegno, guidato da principi invisibili e immutabili. D’altra parte, c’è chi vede nelle coincidenze il segno di un destino già scritto. Questa prospettiva affascinante ci invita a considerare l’idea che ogni incontro, ogni evento, sia parte di un piano più grande che ci attende. 

Ma come facciamo ad affidarci esclusivamente agli scienziati che non possiedono la verità assoluta ma conoscono solo ciò che hanno studiato… del resto anche loro sono umani. E se le coincidenze andassero oltre il campo del reale e di ciò che è studiabile? Di sicuro la scienza non è così evoluta da poter comprendere tutto. Quindi, qual è la teoria più affidabile? Forse non c’è una risposta definitiva. Forse le coincidenze sono semplicemente il frutto di una combinazione di leggi universali e destino oppure, come dice Jung, si parla di sincronicità. 

Ciò che conta davvero è la bellezza e l’enigma delle coincidenze stesse, che ci invitano a esplorare il confine tra il casuale e il significativo, tra la casualità e il destino. Come sostiene Stephen Littleword, “Le coincidenze ci ricordano che siamo molto di più di ciò che vediamo e che dobbiamo incominciare a credere nel nostro istinto e nella nostra voce interiore.” Questa citazione ci spinge a riflettere sul potere delle coincidenze nel risvegliare la nostra consapevolezza e nel guidarci lungo il cammino della vita. Forse non possiamo mai veramente capire appieno il mistero delle coincidenze, ma possiamo imparare ad accoglierle con apertura e gratitudine, sapendo che esse ci offrono l’opportunità di connetterci con qualcosa di più grande di noi stessi.

Un testo di Covaci Giorgiana e Scaramuzza Giulia di 2E.

 

Foto in copertina: Le tre sfingi di Bikini, Salvador Dalì.

Fonti: 

https://www.guidapsicologi.it/articoli/la-sincronicita-o-quando-nulla-accade-per-caso#:~:text=Le%20coincidenze%20non%20esistono&text=In%20questo%20senso%20tali%20eventi,diversamente%20non%20sarebbe%20possibile%20vivere.

https://www.internazionale.it/magazine/paul-broks/2023/11/16/esistono-le-coincidenze 

https://www.octopusages.com/sincronicita/

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