Cammini. Le luci, Babbo Natale. Cammini. I pacchetti, il vin brulé. Cammini. Le famiglie, la cioccolata. Cammini e ti chiedi se il Natale è lo stesso ovunque.
Ti chiedi se anche dove è estate c’è la slitta con le renne, se ci si fanno i regali stupidi con quel budget che continui a sforare, se c’è sempre quello che ti tira una palla di neve per farti arrabbiare anche se finisci col ridere, se per il cenone devi tirar fuori le sedie dalla cantina assieme a uno stomaco in più. Cammini e non sai se questo natale in Francia sarà come i passati o i successivi.
In tutto questo camminare frenetico, le luminarie ti guardano dall’alto. Rassicurano, sono le stesse ovunque; una stella cadente, delle palline di natale, una tenda di fili luminosi, una pioggia di scintilline, un paio di pupazzi di neve, un grande abete in piazza. Sono le stesse tutti gli anni, ti hanno sempre avvisato che non hai ancora cominciato a comprare i regali e che se vai avanti così il presepe resterà nella scatola, che è il momento delle pubblicità dei giochi per bambini e della Bauli, che ancora un anno sentirai “A Natale puoi”. Quest’anno, invece, ti avvisano che son tre mesi che hai cambiato città, che devi spedire i regali a casa prima di andare in montagna, che non mangerai i cappelletti con la nonna e che l’albero lo farai in una famiglia diversa.
Ci pensi mentre sei sulla ruota panoramica più bella su cui tu sia mai salita. Non è quella di Seattle e neanche la Big O di Tokyo, ma gira come i tuoi pensieri, si illumina e si spegne come le tue emozioni e ogni tanto si ferma per ammirare la città come i tuoi occhi.
Cammini. Arrivi al Marché de Nöel e le energie che stavi perdendo nei pensieri malinconici si perdono nel villaggio artificiale più natalizio che tu abbia mai visto. Sembra una piccola città; ti ci hanno portato tre amiche perché sanno che potrebbe essere il tuo primo e ultimo natale a Clermont e devi provare tutto. Devi vedere i gioielli fatti a mano dagli artigiani locali, devi scegliere la pietra a cui più ti senti legata anche se non ci credi, devi fare una foto con il solo e unico babbo natale, devi provare i giochi di latta d’antiquariato.
Tra capannine di legno e profumo di natale, cammini e cammini e cammini. Cammini sotto una cascata di luminarie, sotto i cinque gradi che fanno uscire il respiro bianco, sotto “All I want for Christmas is you” e per la prima volta che capisci la frase “I don’t care about the present underneath the Christmas tree”. Chi ti ha portato nel mezzo della magia non ha idea di quello che ti passa per la mente e accenna un balletto sotto Mariah Carey con quell’enorme busta di churros che scotta in mano. Ti guardano e sorridono.
Forse la magia del Natale è questa, guardarsi e sorridere.