Expo, l’esposizione universale, la più grande fiera al mondo in cui periodicamente sono mostrate e divulgate le più grandi ed importanti invenzioni di ciascuna nazione in ambito socio culturale, economico, politico e tecno-scientifico; da esattamente 170 anni un momento di fondamentale importanza per la comunità internazionale.
È stato sia il luogo di presentazione delle invenzioni che hanno più influenzato il nostro presente e il nostro vivere sia il manifesto delle ideologie politiche che portarono l’Europa alla rovina della seconda guerra mondiale. È senza dubbio innegabile che la storia moderna sia passata per i più di 50 padiglioni che compongono l’esposizione e questa storia è fatta di persone, culture, esperienze ed invenzioni molto diverse seppur accomunate da qualcosa. Mezzo mondo girato, alcune delle più grandi scoperte e nuove macchine, tecnologie e pratiche esposte per le persone che ogni anno vistano questi luoghi di profonda contemplazione.
Tutto iniziò con la magnifica esposizione al Crystal Palace del 1851 a Londra, dove per altro fu presentata la prima rivoltella Revolver di Samuel Colt. Fu un vero successo e permise alla commissione organizzativa di riproporre lo stesso evento quattro anni dopo a Parigi nel 1855 dove fu presentata la prima macchina per cucire Singer. Fu allestito per l’occasione un padiglione dedicato alle arti moderne con posto d’onore riservato a Francesco Podesti e Lorenzo Bartolini. Proseguendo nella lista delle invenzioni troviamo il telefono di Alexander Bell esposto a Filadelfia nel 1876 (anche se il vero ideatore è l’italiano Meucci), la prima ruota panoramica a Chicago nel 1893 e pietra miliare fu l’esposizione universale di New York del 1939, che per la prima volta fu trasmessa in diretta TV. Esattamente un secolo dopo il primo calcolatore elettronico brevettato (1862), nel 1962 fu presentato l’IBM 305 Ramac, primo prototipo di calcolatore computerizzato dal quale nasceranno tutti i computer che oggi conosciamo.
A sinistra A. Bell con il suo telefono e a sinistra la presentazione dell’IBM 305 Ramac
La prima esposizione italiana risale al 1906 a Milano quando, per l’occasione, fu costruito il grande Parco Sempione, ancora oggi meta di gite e visite turistiche.
L’ultima esposizione universale tenutasi in Europa prima degli anni della Seconda Guerra Mondiale fu quella di Parigi del 1937 dove i padiglioni di Germania (provvisto di un grande parallelepipedo sormontato da un’aquila di marmo con insegne naziste) e Unione Sovietica si ritrovavano l’uno davanti all’altro, insomma un vero trampolino di lancio per gli ideali nazisti. Nel 1962 a cura degli statunitensi fu allestita un’esposizione a tema spaziale, dovuta al successo americano nella corsa alla luna.
L’Expo più innovativo del secondo dopoguerra fu sicuramente quella di Osaka del 1970, per questo denominata l’Esposizione delle meraviglie. Qui fu presentato il primo prototipo di telefono cellulare dal quale nascerà poi lo smartphone che oggi tutti conosciamo ed amiamo.
Dopo l’esposizione di Siviglia del 1992, l’ente organizzatore, ossia la BIE (Bureau International des Expositions), decise di ad assegnare a ciascuna di queste un titolo o uno slogan che ne riassumesse il tema principale. A partire dal secondo millennio vi furono Hannover 2000 (umanità, natura, tecnologia), poi Aichi 2005 (la saggezza della natura), e ancora Shangai 2010 (città migliore vita migliore). Milano 2015 (nutrire il pianeta, energia per la vita) fu la più grande mai tenutasi in Italia e anche se non fu propriamente un successone, a questa esposizione parteciparono 141 tra nazioni ed organizzazioni governative attraendo circa 22 milioni di visitatori; 2017 Astana con energia futura. Nel 2020 o meglio 2021 tocca a Dubai (connettere le menti, creare il futuro) nella quale siamo ora immersi ed impegnati e secondo le stime sarà la più grande esposizione che si sia mai vista rappresentando una vera e propria rinascita dopo il periodo di pandemia che ci ha coinvolti.
Albero della vita, installazione ad Expo 2015 Milano
Le prossime candidature per il 2023 è Buenos Aires (scienza, innovazione, arte e cultura per lo sviluppo umano) e poi il 2025 riguarda Osaka (delineare la società del futuro per le nostre vite).
Le Esposizioni universali non sono solo un modo per presentare al mondo le innovazioni del periodo, ma anche una grande lente per ideali universalmente condivisi, un vero e proprio slancio verso il mondo per testimonianze e storie. Un connubio di culture, architettura e arte per un futurismo che apporti idee ed innovazione. Un esempio è la pittura di denuncia di Pablo Picasso Guernica esposta a Parigi nel 1937 che condannava i bombardamenti sulle città. Altri esempi sono le spettacolari strutture realizzate nel corso delle esposizioni e che, volontariamente o meno, sono diventate un simbolo dei paesi ospitanti. Esempio più eclatante è quello della Tour Eiffel, nonché l’Atomium di Bruxelles, l’Acquario di Genova e ancora la Biosfera di Montreal, lo Space Needle di Seattle e molti altri.
“C’è un tempo per sognare ed uno per sperare” diceva Ivano Fossati. C’è un tempo per sperare che possa esistere un mondo in cui tutti si facciano portatori di ideali comuni come quelli che costituiscono Expo in tutte le sue forme e declinazioni che conosciamo. Non restare nel proprio piccolo, aprire gli orizzonti, aprire la mente all’innovazione per dare inizio in noi ad un cambiamento eracliteo di cui tutti abbiamo bisogno, tramite storie di bellezza e genialità.
in copertina: logo di Expo Dubai 2020
di Pietro Palmia Delsoldato 3F