“Va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?”
–Itaca di Konstantinos Kavafin
Non so cosa mi aspetta, ma so cosa lascio.
Ricorderò quest’ultimo anno così come gli altri anni al Liceo Bertolucci: talvolta con una risata per qualche buffo ricordo, altre volte con un nodo alla gola, ripensando alle sensazioni che ho provato e agli avvenimenti che mi hanno cambiata. Perché sì cinque anni di liceo, fanno crescere, cambiare, maturare, inevitabilmente.
E questa è la mia esperienza al Bertolucci.
Dietro la piccola rampa di scale, l’ingresso a vetrate e le bandiere sul balcone del piano più in alto ci sono tanti momenti, custoditi nei cuori di studenti e professori, e tanti progetti, che attendono di entrarvici. Nel mio cuore resta la piacevole quotidianità e l’aria familiare che si respira nei corridoi, ma soprattutto i viaggi scolastici, che, seppur siano stati meno del previsto, sono proprio quelli che hanno fatto nascere i legami più forti: nessuna valutazione, niente competitività, solo novità, sorrisi e risate.
La nostra scuola vive nel presente e proietta nel futuro: insegna a cogliere nel passato la bellezza dell’oggi, per preservarla domani, e a salire sull’astronave della vita, per dirigerla verso il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Scrivo queste parole allacciandomi la tuta. Ormai sto per partire. Ma porto con me tutti i ricordi, le esperienze, le delusioni e i traguardi che questi cinque anni mi hanno donato, consapevole che saranno proprio questi a farmi viaggiare con una marcia in più.
Perciò, non dimenticherò mai la stanchezza alla fermata dell’autobus, la spensieratezza delle chiacchiere con gli amici, l’ansia prima delle verifiche o interrogazioni importanti, l’odore del caffè della macchinetta, la tristezza che si cela nei volti al di là di uno schermo, il saluto ai bidelli, i litigi con i compagni, i professori e non solo, i disegni sul quaderno del compagno di banco, le notti insonni, i viaggi, che, seppur molti meno di quelli in programma, ci hanno insegnato e lasciato tanto.
Parto sicura, felice ed emozionata. So cosa lascio, so cosa voglio raggiungere. Ma soprattutto sono grata a tutti coloro che hanno reso così costruttiva questa parte importantissima della mia vita.
Tutto quello che devo fare è godermi il viaggio.
Buon viaggio a tutti!
Alessia Naso