Abitanti si nasce, cittadini si diventa

Oggi si è tenuta l’Assemblea Grande dell’Educazione Civica che ha sancito il momento di inizio della Settimana Civica, un percorso che durerà fino al 25 aprile ed a cui hanno aderito ben 77 province di tutte le regioni italiane con 137 scuole e 135 enti locali. 

L’assemblea di oggi, organizzata dal Coordinamento Nazionale degli Enti e Scuole per la pace, ha avuto un programma ricco di interventi di cui ricorderò in tale articolo alcuni. 

“Per essere buoni cittadini bisogna iniziare dai banchi di scuola”; così dice Dario Nardella, Sindaco di Firenze, seguito dagli interventi del Presidente del Senato, del Presidente della Camera dei Deputati e dal Sindaco della Provincia di Perugia, Sandro Pasquale. Quest’anno infatti ritorna l’ora di educazione civica che era già stata presente in passato, ma abolita per questioni economiche. L’educazione civica è stata al centro del dibattito del Parlamento che ha spinto per farla rientrare nell’ambito scolastico con anche la valutazione finale. C’è stato un tempo, ovvero durante il fascismo, in cui si andava a scuola per diventare dei soldatini, ma ora si va a scuola per diventare cittadini, perchè abitanti si nasce ma cittadini si diventa imparando a conoscere i propri diritti e doveri. L’educazione civica deve contribuire a formare e rendere consapevoli di essere cittadini non isolati, ma parte di una comunità; e tale compito è affidato alla scuola che gioca un ruolo decisivo nella crescita dei giovani. L’educazione civica offre a noi la riscoperta dei valori importanti come la partecipazione, avviando un processo di costruzione del popolo, attuabile solamente attraverso la conoscenza e riflessione sulla costituzione. Molto spesso diamo per scontato quelle libertà e quei diritti sui quali ora più che mai con lo scoppio della pandemia dobbiamo riflettere: diventare cittadini leali, buoni, onesti e consapevoli, contribuendo a rendere migliore il paese ed a costruire un mondo fatto di popolo in senso lato e non stretto.

Successivamente si è aperta una finestra sul mondo della scuola: l’istituzione scolastica si impegna per far sì che l’educazione civica sia fatta in ogni momento della giornata dalla scuola dell’Infanzia fino all’università. Centrale, nel video dei bambini della Scuola dell’infanzia Raimondo, è il tema dei diritti e della cura: i diritti infatti non sono importanti bensì inalienabili perché non possono essere ceduti o tolti. Ma oltre ad avere dei diritti è centrale anche la necessità di avere cura degli altri come espressione di solidarietà.

Il Liceo Bertolucci – che è tra i promotori della Settimana Civica – ha proposto tre interventi: quello del preside Tosolini, della prof.ssa Mara Fornari e dell’alunna Mafalda Bonati, che ha portato il punto di vista degli studenti. Per quanto riguarda l’intervento del preside si è riflettuto sulle risposte date al questionario proposto nei giorni precedenti l’Assemblea agli studenti di scuole di ogni ordine e grado: come vedo l’ora di educazione civica, cosa ne penso, cosa mi piacerebbe fare l’anno prossimo nell’ora di educazione civica.

La stragrande maggioranza è d’accordo con l’introduzione dell’ora di educazione civica, concordando sul fatto di voler fare qualcosa di concretissimo come ad esempio l’aiutare il prossimo, piantare alberi, imparare a fare volontariato, rispettare l’ambiente, parlate di attualità e sensibilizzare su varie tematiche come il razzismo o il cyberbullismo. Rendere insomma la scuola un luogo dove non si studia cittadinanza ma la si fa in modo concreto. 

L’educazione civica tuttavia non deve solamente limitarsi al livello nazionale, ma deve essere educazione alla cittadinanza globale: per sintetizzare glocale.

Bisogna poi costruire un mondo più equo ed inclusivo. Esistono dei beni pubblici globali come la salute, che è ora diventata più che mai importante con la pandemia. Ma non si può essere sani in un mondo malato. Ciò che occorre è la solidarietà tra tutti i paesi, provvedendo con aiuti (vaccini e acqua pulita) anche ai paesi più poveri, dal momento che le malattie e le epidemie camminano e non conoscono frontiere. Dobbiamo avere cura di questi bene come l’acqua, la salute e il suolo cioè il pianeta. La necessità di vedere ciascuno nel proprio piccolo che cosa si può fare concretamente per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. 

Tra gli ultimi interventi particolarmente interessante è stato quello di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. L’educazione civica “banalmente” è il rispetto per gli altri, per chi è diverso da te o chi ti sta vicino – ha affermato Giulietti – e citando Flavio Lotti, “dobbiamo stare attenti perché un’ora di cattivo programma televisivo può distruggere un anno di impegno civile”. 

Estremamente importanti sono quindi i mezzi di comunicazione, la rete, la capacità di comprendere come vengono gestiti i dati. Senza conoscenza si rischia di essere deboli e poveri. Bisogna evitare di cadere nel periodo fascista nel quale erano stati bruciati libri e chiusi giornali: dobbiamo difendere la libertà non facendoci imbavagliare. 

Concludendo e parafrasando le parole di Italo Fiorin: la scuola, attraverso l’educazione civica, deve regalare uno sguardo sulla realtà, deve porre una sfida a noi stessi che porti a fare dell’apprendimento un tesoro da mettere a disposizione degli altri.

Basma Ouartane 4A

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