Chi conosce i Peanuts, personaggi creati dal geniale fumettista americano Charles Schulz, ricorderà che la festa di San Valentino è l’occasione per il bracchetto Snoopy di confermare la sua popolarità -infatti la sua cassetta della posta è inondata di ‘valentines’- mentre per il povero Charlie Brown si conferma la vana attesa di una Valentina.
I valentini, come saprete, sono i biglietti che il 14 febbraio si mandano gli innamorati. L’usanza di dedicare un giorno alla corrispondenza amorosa è nata in Inghilterra e già ne permeava la cultura al tempo di Shakespeare:
“To-morrow is Saint Valentine’s Day, / All in the morning betime, / And I a maid at your window, / To be your Valentine”. “Domani di buon mattino, è il giorno di San Valentino, ed io una ragazza alla tua finestra, per essere la tua Valentina”. Così parla Ofelia, l’infelice innamorata di Amleto (Shakespeare, Hamlet, Atto IV, scena 5).
Insomma, San Valentino è il giorno giusto “To wear one’s heart on one’s sleeve”, che ovviamente non si può tradurre “indossare il proprio cuore sulla manica”, ma “mostrare apertamente i propri sentimenti”. È sempre Shakespeare – in lui c’è tutto! – il primo a usare quest’espressione, con la quale ci presenta Iago, personaggio subdolo e ingannevole, non esattamente “a heart of gold”!
‘But I will wear my heart upon my sleeve
For daws to peck at. I am not what I am.” (Shakespeare, Othello, Act I, scene1)
“ Mi mostrerò col cuore in mano, per darlo in pasto ai corvi. Io non sono quello che sono.”
In fondo, “at heart”, gli inglesi sono dei sentimentali. Come spiegare altrimenti che in inglese si dica “learn by heart”, se non che per “imparare a memoria” sia indispensabile, più che la mente, il cuore?❤️