Giovani alle strette: ora tocca agli adulti!

Non ce l’abbiamo fatta. Nonostante il nostro impegno nella lotta contro l’indifferenza, l’egoismo ha avuto la meglio: il cavaliere “smascherato”, richiamato all’ordine qualche settimana fa da Alessia, ha vinto.

Vani sono stati i progetti di intervento sulle planimetrie delle  nostre scuole per scaglionare gli ingressi, vani i fiumi di gel disinfettante, vane le ore trascorse con la mascherina che ci appanna gli occhiali e le mani in tasca perché non possiamo stringere quelle dei nostri compagni, vani gli intervalli seduti, disciplinati, ingessati come statue ai nostri banchi senza rotelle.

In molti inizialmente hanno puntato il dito contro noi giovani, criticando il nostro stile di vita giudicato senza troppi distinguo come disinteressato e menefreghista, ma adesso che ci è stata preclusa ogni tipo di attività, su chi ricadrà la colpa?

Per noi giovani il lockdown è iniziato con l’ultimo Dpcm: niente attività sportive, niente scuola in presenza, niente uscite serali, niente cene al ristorante o aperitivi, niente di niente. Ci hanno letteralmente tagliato fuori dal problema. Perciò ora la responsabilità cade su qualcun altro, qualcuno a cui d’ora in poi verranno attribuiti tutti gli aggettivi regalati come caramelle ai giovani fino a pochi giorni fa.

Ora tocca a voi adulti! Ora tocca a voi assicurarci il ritorno a scuola in presenza, tocca a voi garantirci un futuro di spensieratezza, di abbracci, di pomeriggi trascorsi con i nostri amici, di chiacchierate fuori scuola per organizzare una serata insieme, tocca a voi restituirci lo sport, le gare, le partite, i palazzetti, i campi, gli stadi, i cinema.

Tocca a voi impegnarvi, noi lo abbiamo fatto e lo faremo ancora in questo lungo, ennesimo mese di DAD/DDI. Perché lo stress psicologico che si nasconde dietro quelle facce o quei “pallini” di Meet è tanto, anche se in molti sembrano credere che per noi ragazzi svegliarsi tardi e vivere in pigiama possa essere una vacanza.

Ebbene, non è affatto così: provate a guardare tutta questa situazione da un altro punto di vista. Non il nostro, sarebbe difficile e irrealizzabile, dato che le nostre esperienze passate e presenti hanno formato caratteri e mentalità completamente diversi.

Provate a proiettare la vostra figura spensierata, neanche diciottenne, di qualche anno fa in questo mondo che ormai ha dimenticato il significato della parola “spensieratezza”. Avreste mai pensato, a quell’età, di dovervi chiudere in casa, senza avere contatti con nessuno, senza ricordarsi più il volto di amici e parenti al di sotto della mascherina, di sentire quotidianamente al telegiornale un numero di contagi e morti in continuo aumento, di non poter vivere l’adolescenza?

Ora che ci siamo messi da parte, che abbiamo messo in secondo piano il divertimento e la spontaneità che sono tipici dell’adolescenza, vi prego, ridateci la normalità: ne abbiamo bisogno.

Simone Euripide e Alessia Naso.

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