“Siamo in sette miliardi su questo pianeta e produciamo cibo per dodici miliardi di persone! Ogni giorno solo in Italia vengono buttate più di 4000 tonnellate di cibo, in Europa 50.000, questo mentre 17.000 bambini muoiono ogni giorno di fame. Insostenibile è dire poco”. Questa frase del gastronomo e sociologo italiano Carlo Petrini sottolinea come sia assurda la quantità di cibo che oggi al mondo viene prodotta, quasi il doppio rispetto alla popolazione, ma nonostante ciò ancora migliaia di bambini e adulti muoiono di fame.
Ieri, 16 ottobre 2020, è stata la Giornata mondiale dell’alimentazione, istituita, settantacinque anni fa, dai quarantadue Paesi che compongono l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Questa ricorrenza è nata per ricordarci che la fame e l’insicurezza alimentare sono due grandi problemi della società moderna ed una grave violazione del diritto ad una corretta alimentazione, uno dei diritti fondamentali dell’uomo inserito nel Patto Internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali. L’art. 11 di questa Convenzione chiede agli Stati di migliorare le tecniche di produzione di cibo affinché diventino sostenibili e che gli alimenti siano equamente distribuiti tra la popolazione. Inoltre, nel 2015 è stata istituita l’Agenda 2030 e, tra i suoi 17 obiettivi, il secondo è proprio dedicato al diritto al cibo con lo scopo di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e promuovere un’agricoltura sostenibile.
Una domanda che sorge spontanea è: perché ancora oggi, nonostante le numerose normative e leggi, esiste ancora il problema della fame? Purtroppo numerosi Paesi non hanno rispettato gli obiettivi posti dalla Convenzione Internazionale, attuando politiche di contrasto, come, ad esempio, la globalizzazione del cibo, ovvero lo sfruttamento delle risorse fisiche del territorio per favorire la produzione di cibo di altre culture, distruggendo, così, lentamente le produzioni locali e favorendo un accrescimento dei prezzi e un’alimentazione meno accessibile. La fame si può vincere? Sì. Questo, però, può avvenire solo se tutti i Paesi iniziano a collaborare e ad attuare delle politiche sostenibili.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a ridurre questo grave problema: riducendo al minimo lo spreco alimentare ed acquistando cibo a Km0, comprandolo direttamente dal produttore e senza un passaggio per intermediari, come i supermercati. Attraverso politiche adeguate ed il nostro contributo saremo, così, in grado di salvare migliaia di vite nonché il nostro Pianeta. Mi raccomando, da oggi, fate attenzione al vostro piatto!
Davide Corsanici