Ciao, mi chiamo Gaia, ho 11 anni e questa quarantena sta diventando insopportabile. Lo so, per tutti è difficile stare in casa, ma per me è davvero impossibile. Ah già, non vi avevo detto che ho un disturbo del neuro sviluppo, l’autismo: questa cosa, che ho dalla nascita, mi rende una persona creativa e simpatica, ma con qualche differenza rispetto agli altri e un livello di pazienza decisamente più basso. È proprio questo livello di pazienza basso che mi sta rendendo la vita così difficile… Prima io e la mia mamma andavamo a fare le passeggiate per respirare e stare più tranquille, ma adesso hanno detto che non si può più fare o la malattia rischia di espandersi.
Un’altra cosa che non mi piace tanto di questo stare in casa è che siamo Tutti a casa, intendo anche mio fratello e mio papà, e questa cosa è difficile per me: è bello vederli, ma ho bisogno dei miei spazi, lo dicono anche i dottori. Ok, forse questa dei dottori era un po’ una scusa per evitare mio fratello. Oltre che dei miei spazi ho bisogno anche dei miei ritmi: dovete sapere che il mio mondo si basa su alcune piccole regole quotidiane che ultimamente sono state sconvolte, non so bene per quali ragioni.
In più, non è che mi devo abituare a convivere con tutta la mia famiglia e basta, ma devo anche abituarmi a non vedere più le altre persone che per me erano fondamentali. Tra le persone che non vedo più e che mi mancano ci sono: la mia amica Elisa che è come tutti e fa sentire normale anche me, i miei nonni che mi compravano sempre la merenda dopo scuola e adesso sono a rischio (credo che anche questa cosa del “rischio” mi metta un po’ sotto pressione), la mia dottoressa a cui raccontavo tutto e anche la maestra che mi aiutava a fare i compiti.
Adesso tutte queste persone sono state sostituite dalla mia famiglia che fa il meglio che può per farmi passar le giornate. Ad esempio mia mamma mi ha fatto dipingere uno striscione per il nostro balcone in cui ho scritto “andrà tutto bene” insieme a mio fratello, mentre mio papà, che suona la chitarra, mi fa i concertini privati con le mie canzoni preferite. Infatti bisogna anche dire che tante persone si stanno adoperando per aiutare me e i miei amici: si sono creati dei gruppi di sostegno a cui possiamo scrivere per chiacchierare, alcuni volontari si improvvisano intrattenitori e gli sceneggiatori hanno creato nuovi contenuti per tenerci occupati.
Questa quarantena quindi, anche se non la sopporto più e spero finisca presto, mi ha regalato la nuova speranza di vedere il mondo che funziona finalmente come si deve, di vedere un mondo in cui i fortunati aiutano chi lo è meno, chi ha sempre il piatto pieno mette a disposizione dei sacchetti con gli alimenti necessari, i giovani portano fuori i cani degli anziani, i volontari portano le medicine ai malati e tutti offrono quello che hanno. Questo è il mondo che vorrei vedere e se serve una quarantena per ottenerlo, riuscirò a pazientare ancora un pochino.
Ispirato da tante storie vere documentate troppo poco
di Cleo Cantù