Giocando con Orlando: le nostre impressioni

Lo spettacolo teatrale Giocando con Orlando

Lo spettacolo propone un approccio diverso alla consueta analisi del “L’Orlando Furioso” attraverso la rilettura teatrale in una chiave alquanto insolita del romanzo stesso. L’approccio è molto piacevole, con i due protagonisti che si sono dimostrati capaci di intrattenere, attraverso una rivisitazione avvincente e ironica della trama, che non scade però mai nel banale. Ci sono diversi ragionamenti profondi (ad esempio sulla condizione della donna o sulla vanità della ricerca dei cavalieri), che, tramite la vivace simpatia dei due attori non annoiano e anzi fanno riflettere. Ho apprezzato la scelta di trattare “un solo filone: quello dell’amor conteso, pazzo, folle” e da qui rivisitare le parole di Ariosto per renderle contemporanee, perché permette di districarsi dal complesso groviglio della trama.  Inoltre l’uso della rima e gli sporadici interventi a spezzare le lunghe, e a volte un po’ pesanti, ottave del romanzo lo hanno reso ancora più piacevole. In aggiunta la scelta di inscenare una sorta di meta-teatro, con i due interpreti che si fingono prima attori e personaggi, poi Ariosto e poi ancora il pubblico, ha accentuato l’ironia e il coinvolgimento.  In conclusione penso lo spettacolo abbia rappresentato in modo adeguato il romanzo, mantenendo il suo velo ironico, introducendo i temi che Ariosto affronta, e indagando temi (come quello dell’amore) in modo approfondito e originale.  Matteo Dimario

 

Credo che lo spettacolo rispecchi il modo in cui lo stesso Ariosto rappresentava la sua opera nella corte degli Este; infatti i due attori “entrano e escono” dal ruolo dei diversi personaggi, mettendo in scena i punti più salienti, per dare un’idea universale dell’opera. I punti di forza dello spettacolo sono il modo in cui i due interpretano i vari personaggi, perché nei loro gesti e espressioni fanno immergere il pubblico nella dimensione emotiva e nelle azioni, ma anche come hanno integrato il passato con il nuovo, poiché, raccontando i vari canti, aggiungono delle loro digressioni, commenti in rima, dando così vitalità all’opera. All’inizio dello spettacolo credevo che il punto di debolezza fosse la quasi assenza di personaggi e la mancanza di ambientazione, ma mi sono ricreduta perché hanno saputo rappresentare al meglio lo spirito del poeta; infatti come lui “seguono” e fanno dei commenti sulle vicende dei personaggi, tutto con un tono molto ironico. Infine, dopo la visione dello spettacolo, posso affermare quanto l’Orlando Furioso sia ancora oggi moderno e capace di intrattenere il pubblico, sia della corte ai tempi di Ariosto e sia del teatro di oggigiorno. Dalila Ferrari

Dopo la visione di “Giocando con Orlando” sono rimasta piacevolmente colpita. Le premesse non erano delle migliori: nel momento in cui Baliani afferma che il collega (Accorsi) lo chiama per la messa in scena del Furioso utilizzando solo due attori senza cambi di scenografia, oggetti di scena e costumi le mie aspettative erano molto ridotte. Dopo pochi minuti ecco la magia: improvvisamente nella mia mente i versi prendono forma e riuscivo ad immaginare il campo di battaglia, la selva, il castello di Atlante, la corsa della povera Angelica, la magia, ogni cosa mi era chiara. L’espressività di Baliani e Accorsi è eccezionale ed è in grado di ammaliare anche il più disattento degli ascoltatori. Ma ciò che ha veramente funzionato sono senza dubbio i giochi di parola; le aggiunte in rima alla storia riportavano alle numerose metalessi dell’autore ma in chiave contemporanea. L’ironia è la protagonista della scena, sul palco dall’inizio alla fine, diverte e avvicina il pubblico alla meraviglia ariostesca riportandola in vita in modo allettante e innovativo. In conclusione la visione di questo spettacolo mi ha aiutato notevolmente a chiarire equivoci sulla trama del poema, ad approfondire le lezioni e soprattutto ad appassionarmi alla straordinaria storia di Orlando, di Ruggero e di tanti altri paladini. Matilde Tragni

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Dopo aver visto questo spettacolo, rifletto  con maggiore attenzione e con un occhio più acuto, su tutto quello che ho studiato e conosciuto su Ariosto e il suo Orlando Furioso.  Già conoscevo Accorsi e sapevo quindi quanto fosse bravo; anche in questa sua interpretazione posso affermare infatti con sicurezza come si immedesimi alla perfezione nei personaggi che rappresenta. L’ironia e l’erotismo sono sicuramente ciò su cui lo spettacolo è incentrato: questi due temi, centrali all’interno del Furioso, sono resi in modo avvincente e coinvolgente, tanto che il pubblico si sente parte delle avventure dei paladini, di Orlando e degli altri personaggi.  Ho apprezzato interamente l’esibizione di entrambi gli attori: la mancanza di oggetti scenici non la valuto come un punto a sfavore, anzi come una scelta coraggiosa perchè si chiede allo spettatore di sforzarsi per entrare nel mondo messo in scena sul palcoscenico. La durata dello spettacolo non può essere contestata come troppo lunga, poiché in meno di 1h e 30 trovo difficile raccontare così bene e in maniera innovativa l’Orlando Furioso e i suoi passi più celebri; quindi avendo apprezzato molto l’idea e la sua esecuzione assegno il massimo dei voti a quest’opera.  Piermaria Molinari

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“Giocando con Orlando” è uno spettacolo messo in scena da Marco Baliani e Stefano Accorsi, in cui i due attori recitano una rivisitazione dell’ “Orlando Furioso”. La durata inizialmente può intimidire lo spettatore, ma col passare del tempo questa rappresentazione cattura il pubblico sempre di più e alla fine ci si rende conto che novantaquattro minuti sono davvero pochi. L’attenta scelta dei passi da recitare e quelli da omettere, l’uso di un linguaggio semplice ma allo stesso tempo particolare, e la straordinaria bravura degli attori rendono estremamente piacevole la visione dello spettacolo. La mancanza di effetti speciali o supporti scenografici non risulta un problema, anzi stimola l’immaginazione dello spettatore, quasi come se stesse leggendo le pagine di un libro ma senza che si richieda un grande sforzo mentale. Baliani e Accorsi, pur modificando il testo del poema, sono riusciti a mantenerne le caratteristiche principali come l’ironia, la fusione di elementi legati all’amor cortese con quelli epici e la forte presenza del narratore all’interno dell’opera. L’unica pecca è la fine, a mio avviso un po’ troppo brusca. Infatti nel giro di quindici minuti si passa dalla follia di Orlando, momento centrale del racconto, alla morte di Brandimarte, che conclude l’esibizione. Tutto sommato mi è parso un bellissimo spettacolo che di certo riguarderei volentieri. Barelli Lorenzo

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Accorsi e Baliani in “Giocando con Orlando” hanno, secondo la mia interpretazione, attualizzato l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto nel migliore dei modi, ponendo al centro, fin da subito, la loro volontà di somigliare al poeta rinascimentale, che girava di corte in corte a recitare.  Il rapporto con Ariosto è dunque di contemporaneità, in quanto si cerca anche solo con la recitazione di renderlo più prossimo ad un pubblico di più di cinquecento anni avanti. Ciò che viene profondamente enfatizzata all’interno della rappresentazione è la lingua: essa diviene lo strumento principale per coinvolgere lo spettatore, poiché non solo le ottave di Ludovico Ariosto sono in rima, ma gli stessi interventi di riflessione e digressione tra i due attori si svolgono prevalentemente in rima baciata. Uno spettacolo, secondo me, privo di punti deboli e con un grande punto di forza, la doppia recitazione. La coppia Accorsi-Baliani inscena la perfetta coniugazione tra il recitare serio e comico, con Accorsi che riporta i versi del Furioso e Baliani che si occupa spesso delle digressioni, della sottile ironia, a riprendere in modo nuovo la stessa ironia ariostesca presente nel poema, e ad aggiungere riflessioni personali basate su ciò che viene narrato, ponendo talvolta una critica sull’atteggiamento dell’uomo troppo carnale nei confronti della donna. In conclusione “Giocando con Orlando” si è rivelato un modo alternativo, ed anche divertente, per poter vivere alcuni versi di Ludovico Ariosto, tra recitazione ed animazione. Citriniti Serena

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