WAKE UP CALL! Un docufilm per riflettere

Ciascuno di voi avrà sicuramente un telefono cellulare, un piccolo dispositivo in grado di trasformare in dati la nostra intera vita. Ma chi conosce realmente cosa si cela all’interno di questo oggetto. Ve lo diciamo noi: una delle cause della rovina dell’intera spunnamedecie umana…proprio così, il film Antropocene ci apre gli occhi anche su questo. Con la crescita della domanda globale di batterie, la Bolivia sogna di arricchirsi estraendo questo metallo dalla sua immensa salina, il Salar de Uyuni. Le enormi vasche di evaporazione gialle e azzurre deturpano l’ambiente e sono la principale risorsa per la produzione dei 6,8 miliardi di telefoni cellulari presenti sul nostro pianeta.

 

Il documentario mostra anche la deforestazione di massa in Indonesia e in Malesia, in particolare sull’isola di
Sumatra, nella quale la porzione di terreno dedicata alla coltivazione delle palme da olio è pari a 123mila image3chilometri quadrati, un’area compatibile a quella della Grecia. Nella maggior parte dei casi la deforestazione è stata effettuata da coltivatori e proprietari terrieri appiccando grandi incendi, che bruciano il suolo. L’olio di palma è uno dei grassi vegetali più utilizzati al mondo, sia dalle industrie alimentari sia da quelle dei cosmetici, per la notevole resa delle sue piantagioni e i prezzi relativamente bassi cui viene venduto all’ingrosso.

Antropocene sotto questo punto di vista ci lancia una sfida importante: riusciremmo a ridurre il consumo di Nutella per salvare il nostro pianeta?unnamed-2

Nell’ultimo capitolo del film: ESTINZIONE. Vengono presentati alcuni animali ormai estini in natura costretti a vivere
in cattività, basti pensare che in circa 30 anni l’uomo ha fatto scomparire ben il 40% delle giraffe.
Il Dodo, l’uccello che non sapeva volare e che popolava le isole Mauritius, è forse l’esempio più conosciuto di come la presenza umana possa portare una specie animale alla sua completa estinzione.

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Antropocene invita il pubblico a essere testimone di questi luoghi, si fa apprezzare per lo spessore della ricerca e per il tono che non è di denuncia, ma finalizzato a creare consapevolezze in quanto la nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa.
“Potrebbe essere un cambiamento catastrofico su scala planetaria”, così annunciano gli scienziati. Non c’è tempo da perdere, possiamo ancora reagire: le immagini sono un monito a cambiare il corso delle cose.
Le risorse che abbiamo a disposizione stanno terminando; non siamo più in grado di prevedere le conseguenze di questo processo, il mondo è una foglia appesa all’albero dell’universo, destinata a cadere, è necessaria una rivoluzione.
La natura drasticamente deturpata dall’azione umana lotta per la sopravvivenza, l’uomo per non estinguersi.
Bertolotti Virginia, Canali Beatrice, Dellapina Martina, Dominici Irenewake

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